L'INFERNO DEI RAGAZZI (2003)
dai primi cinque canti dell’Inferno di Dante Alighieri
interpreti Cristina Barbiero Elisa Bertocco, Elena Bertocco Diana Ferrantini, Fanny Liotto, Salvo Lo Presti, Elena Manfredi, Annagaia Marchioro, Giacomo Severi, Martina Viola, Roberta Zanardo Virginia Paparozzi
assistenza e cura Fiorella Tommasini
musiche e regia Massimo Munaro prima rappresentazione:Mestre, Teatro del Parco, 7 maggio 2003
dal foglio di sala dello spettacolo
Sembrava, all'inizio, una scommessa folle quella di mettere in scena i primi cinque canti dell'Inferno, rispettando in modo integrale la parola Dantesca e di farlo con un gruppo di attori giovanissimi - il lavoro si inscrive, infatti, come tappa finale di un laboratorio triennale per le gli studenti delle Scuole Medie Superiori realizzato e voluto dal Teatro del Parco di Mestre. Eppure tutto questo è avvenuto con estrema semplicità, con quella energia vitale ed entusiasmante che ha attraversato il lavoro di questo gruppo di ragazzi, nella speranza di giungere a contagiare, naturalmente, anche gli spettatori per cui un lavoro teatrale è sempre pensato e dedicato.
C'è sempre qualcosa in un testo poetico che rimane irriducibile ad un senso univoco, o che, piuttosto che fare appello alla nostra ragione, si rivolge, senza nessuna mediazione possibile, direttamente ai nostri sensi. E' questo ad avere reso estremamente popolare un autore altrimenti arduo e impossibile come Dante Alighieri. linferno_dei_ragazzi.jpgSe i primi cinque Canti dell'Inferno, fra gli altri, sono incisi in maniera indelebile nella nostra cultura, ed innanzi tutto nella nostra cultura popolare, è perché questa parola poetica possiede una forza ustionante e definitiva che riverbera ben al di là del suo significato razionale. Una parola che continua a riverberare potente anche in questi nostri tempi moderni. La scrittura scenica che abbiamo operato non vuole né sottolineare né chiarire il senso delle parole, il loro significato, quanto proporsi come ulteriore riverberazione poetica.
In teatro la parola, il verbo, deve farsi carne.