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  • Data 2020

Il teatro come Pharmakon

Dopo oltre due mesi di totale chiusura, lo spettacolo dal vivo non ha ancora alcuna indicazione, nemmeno all’avvio della cosiddetta “Fase 2”, rispetto a tempi e modalità di una sua possibile riapertura. Questo clima di totale incertezza è oltretutto acuito dalla totale marginalità che la questione teatrale ha assunto all’interno del dibattito pubblico. Questo non solo è grave per le centinaia di migliaia di lavoratori che non conoscono quale orizzonte futuro si configuri, ma lo è anche per lo svilimento di un’arte la cui funzione, da servizio pubblico sembra ridursi, almeno nell’opinione di molti media, a puro svago o intrattenimento.

In questi giorni si è più volte parlato di una Netflix della cultura, di trasferire cioè il teatro su piattaforme digitali. Ma per noi pensare di realizzare teatro on line è semplicemente impossibile: lo possiamo chiamare video, televisione, cinema ma non teatro. È importante ribadire, come già altri colleghi hanno fatto, che il teatro è tale solo nel momento in cui prevede la presenza viva e concreta di attori e spettatori in uno spazio condiviso. È infatti costitutivo e proprio al teatro pretendere la condivisione di un evento da parte di una comunità che si incontra. A teatro si è presenti con il proprio corpo e con i propri sensi. Si è presenti con i propri fantasmi, alle fratture del nostro tempo e si è costretti ad un faccia a faccia con l’evento. Se davvero la convivenza con quest’epidemia dovrà continuare ancora a lungo, invitiamo ciascuno di noi a pensare al teatro come a un pharmakon. In quest’epoca terribile che impone la distanziazione sociale la pretesa del teatro di essere incontro ravvicinato e relazione, oltre che come veleno può essere pensata come cura: il farmaco di cui abbiamo bisogno per restare umani. Perché accanto alla salute dei corpi è altrettanto importante prendersi cura dello spirito, della mente e delle anime.

Così se a partire dalle prossime settimane sarà possibile la riapertura delle attività sportive e di cura della persona, e si pensa di prevedere accessi contingentati all’interno di bar, ristoranti, musei, Chiese, pensiamo possa essere fatto altrettanto per lo spettacolo dal vivo. Ricordando che il teatro è fatto sia di un lavoro a porte chiuse (prove, laboratori, residenze) che di serate aperte al pubblico e che in molti luoghi di questo Paese i teatri rappresentano dei presidi culturali e civili a cui non è in alcun modo possibile rinunciare.

Crediamo poi che spetti agli artisti, nel rispetto della garanzia alla salute dei lavoratori e degli spettatori, trovare modi per cui sia possibile, nonostante tutte le limitazioni, essere fedeli alla natura propria del teatro che è quella appunto di costruire comunità, per quanto provvisorie, in cui l’Altro, lo sconosciuto, appaia non più come un pericolo ma come lo straniero di cui prendersi cura.

 

Teatro del Lemming
Rovigo, 28 aprile 2020

TEATRO STUDIO - ROVIGO
febbraio / aprile 2020

 



8 FEBBRAIO 2020 // ore 21.00 >
SOTTERRANEO
SHAKESPEAROLOGY un'intervista impossibile a William Shakespeare

 

16 FEBBRAIO // ore 18:30 >
RUEDA TEATRO
PEZZI si vive per imparare a restare morti tanto tempo

 

7 MARZO // ore 21.00
INSTABILI VAGANTI
MADE IN ILVA l'eremita contemporaneo

 

15 MARZO // ore 18.30
CADA DIE TEATRO
ARCIPELAGHI

 

20 MARZO // ore 18:30 >
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
RUGGINE E ORO di Marco Munaro Ed. Il Ponte del Sale


 

5 APRILE // ore 18:30 >
QUI E ORA RESIDENZA TEATRALE
I WILL SURVIVE

 

17 APRILE // ore 21.00 >
WELCOME PROJECT the foreigner's theatre
ANGST VOR DER ANGST

 

23 e 24 APRILE // più repliche al giorno >
TEATRO DEL LEMMING
DIONISO E PENTEO tragedia del teatro

 


LABORATORI
i cinque sensi dell'attore

LABORATORIO PER LA CITTA' > tutti i lunedì dalle 19.00 alle 21.30

CORSO DI FORMAZIONE PER ATTORI > seconda sessione


BIGLIETTO > € 10,00
DIONISO E PENTEO > € 20,00
RUGGINE E ORO > ingresso gratuito
RIDOTTO UNDER 25 > € 3,00

Per info e prenotazioni > 0425.070643


INFORMAZIONI

TEATRO DEL LEMMING
Centro internazionale di produzione e ricerca - il teatro dello spettatore
TEATRO STUDIO, Viale Oroboni 14 - Rovigo
tel. 0425.070643
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L'ultimo numero della rivista ITINERA è interamente dedicato all'uso, più o meno immersivo, che dei cinque sensi se ne fa a teatro. Il numero nasce grazie alla collaborazione di studiosi internazionali in seno a SENSES: the sensory theatre - New transnational strategies for theatre audience building, un Progetto di Cooperazione Europeo 2015-2017 co-finanziato dal Creative Europe Programme. L'esperienza del teatro del Lemming è raccontata grazie ad un contributo di Chiara Rossini.

Qui il link alla rivista attraverso cui è possibile scaricare gratuitamente una copia degli articoli.

Enrico Pastore scrive sul suo blog a proposito di Amleto, andato in scena a Torino il 9 e il 10 febbraio 2018 alle Officine Caos.

"Chi è Amleto? Il principe di Danimarca diserta le scene e diviene platea, diviene moltitudine muta che osserva la scena. Impotente, silenzioso, privo per una volta di battute, questo Amleto del Teatro del Lemming diviene corpo politico.

Chi osserva, chi guarda non fa. Questo è l’assunto. E tutto questo si innesta in un gioco di specchi che rimanda dalla scena alla platea. La donna che regge lo specchio e sputa sull’immagine ivi riflessa, guarda verso di noi, ormai condannati a essere Amleto per decisione altrui, impossibilitati a ribellarci dalla posizione passiva che come pubblico abbiamo adottato, massa silenziosa che resta nel buio.

Siamo Amleto perché come lui ci troviamo in una parte che non abbiamo scelto né voluto, scissi tra accettazione e rinuncia.

Molto si è scritto e si potrebbe scrivere su Massimo Munaro e il Teatro del Lemming, ma una cosa è certa: è un teatro che non lascia mai indifferenti, che porta sempre a prendere una posizione. In questo capitolo della trilogia shakespeariana, diveniamo protagonisti senza nulla poter fare, nemmeno baloccarci con il dubbio di essere o non essere.

É la scena che ci dona sostanza, è l’agire di quelle immagini evanescenti, di luce caravaggesca, in perenne fluttuazione di registro, che ci permette di assumere un ruolo che altrimenti non terremmo ad assumere. Ma il Teatro del Lemming ci pone nello stesso tempo in un paradosso: siamo una parte, un personaggio, che non può parlare perché non ha la battuta, e non può agire perché non ha didascalia. Come un re degli scacchi i nostri movimenti sono limitati, e il gioco è svolto solo dagli altri pezzi.

E come il re degli scacchi siamo in perenne assedio, le immagini ci incalzano con un ritmo ossessivo prima, dilatato poi, spingendoci sempre più in una dimensione onirica che non può terminare che in un silenzio assordante. Siamo esistenze sospese tra l’alzata e la calata di un sipario, e poi è tutto buia notte e silenzio.

Come nella tragedia per il Principe di Danimarca il teatro diviene strumento di presa di coscienza del delitto, nel farsi doppio della realtà, così in questo caso si diviene coscienti della propria miserevole impotenza perché il teatro conferisce forma a una realtà che non vogliamo vedere. Continuamente provocati ad agire, a dire la nostra, a far parte della scena restiamo muti, nel buio, senza nulla fare perché non sappiamo cosa fare né quando né quali sono le regole e anziché inventarcene una, o agire senza il bisogno che ci siano, preferiamo restare zitti e fermi.

E allora chi è lo spettro del padre? E la madre prostituita? E Ofelia abbandonata e nell’acqua annegata? Tocca trovar nella nostra vita risposta ai quesiti che pone Massimo Munaro e il Teatro del Lemming. E tocca trovarla una risposta perché nella vita di ogni giorno ci proviene sempre più l’urgente e imperioso stimolo ad agire, a prendere posizione e sempre più distogliamo lo sguardo da quanto accade. Forse è ora di cominciare ad agire."

Qui il link all'articolo completo

Wednesday, 18 December 2019 11:30

CORSO DI FORMAZIONE PER ATTORI 2019 / 2020

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CORSO DI FORMAZIONE PER ATTORI
I CINQUE SENSI DELL’ATTORE/ metamorfosi
ottobre 2019 / febbraio 2020

Il Teatro del Lemming promuove un Corso di Formazione per Attori rivolto a giovani con documentata esperienza professionale o semiprofessionale nel settore dello spettacolo. Il corso prevede sette ore di lavoro giornaliero per cinque giorni alla settimana, per un periodo complessivo di quattro settimane così distribuite:
 
- dal 30 ottobre al 3 novembre; dal 25 al 29 novembre;
- dal 15 al 19 gennaio; dal 5 al 9 febbraio.

 
Saranno ammessi un massimo di venti allievi. La frequenza è obbligatoria.
Questo progetto di formazione intende proseguire una fase di ricerca del gruppo attorno alle METAMORFOSI di Ovidio, futura produzione del gruppo.

La domanda di ammissione, corredata da un curriculum, una foto e da una lettera motivazionale, deve pervenire entro il 17 ottobre 2019 a:
                                                             This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

L'esito delle selezioni sarà comunicato in ogni caso. L’iscrizione al Corso è di EURO 300,00.
Ai corsisti potrà essere messa a disposizione una foresteria dove poter alloggiare gratuitamente.


Nella nostra vita ordinaria la vista e l’udito sono iperstimolati, talvolta abusati. Al contrario, l’olfatto, il gusto ed il tatto, i sensi che maggiormente sono in grado di riportarci ad una memoria primitiva, sono sempre più dimenticati. Nella poetica del Teatro del Lemming tutti i cinque sensi diventano lo strumento per esperire il teatro, non più come una mera attività cognitiva, ma piuttosto come un’esperienza fortemente emotiva.
Massimo Munaro e la sua Compagnia hanno lavorato per più di vent’anni attorno alla pratica ed alla formazione degli attori. Questa sperimentazione ha dato origine ad un innovativo metodo pedagogico chiamato “I cinque sensi dell’attore”.
Le emozioni sono il carburante dell’attore. Come fare a sollevarle nel momento opportuno? Attraverso l’ascolto di tutti i sensi facciamo appello al mondo delle immaginazioni e cerchiamo una connessione reale con delle emozioni vere. Nondimeno l’attore deve apprendere a condurre, letteralmente e metaforicamente, lo spettatore sulla scena, ad attirarlo nella propria fantasia. Egli deve imparare a suscitare reazioni fisiche ed emozioni profonde. Durante il corso si lavorerà spesso bendati e a coppie. Le improvvisazioni proposte durante il lavoro avranno sempre uno sfondo drammaturgico di tipo mitologico.

“Per noi l’attore piuttosto che un guitto che si pavoneggia per un’ora sulla scena e di cui poi non si sa più nulla (W.S.) deve essere inteso, etimologicamente, come una guida – colui che conduce lo spettatore in quell’altrove che costituisce da sempre lo spazio del teatro. Per essere in grado di costituirsi come guida, l’attore deve innanzi tutto affinare le sue capacità di ascoltoadeguamentodialogo. Questi tre principi sono da noi sviluppati contemporaneamente in quattro diverse direzioni: su di sé, sui compagni, sullo spazio che li ospita, sullo spettatore.  
Lo strumento principale della ricerca dell’attore è per noi il corpo. Il senso/i sensi del corpo.  I cinque sensi dell’attore, indagati separatamente e poi in continua sinestesia fra loro, sono per noi, oltre che un appello alla pienezza della vita, una via d’accesso all’altrove del teatro e alle capacità creative dell’attore. Nella sua relazione ravvicinata ed intima con se stesso, con i compagni, con lo spazio e con lo spettatore l’attore è qui indotto ad una messa a nudo radicale, ad una ricerca personale e tecnica che passa per una disponibilità assoluta all’ascolto e all’attenzione di sé e dell’altro."
 

per info ed iscrizioni tel.  0425 070643 | This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
www.teatrodellemming.it

Wednesday, 18 December 2019 11:30

VISIONI - I parte ottobre / dicembre 2019

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STAMPA6x3stagione Rovigo VISIONI 2019

TEATRO STUDIO - ROVIGO
ottobre / dicembre 2019

 scarica il programma



dal 15 al 20 OTT. 2019, più repliche al giorno
TEATRO DEL LEMMING
EDIPO - Tragedia dei sensi per uno spettatore

 

19 e 20 OTT. 2019 | apertura pubblica > domenica 20 ottobre, ore 16.00
LO STATO DELL'ARTE
michela lucenti, cesare ronconi, chiara rossini dialogano sui loro progetti futuri

 

25 OTT. 2019, ore 21.00
CHILLE DE LA BALANZA
DIALOGHI DI PROFUGHI da Bertold Brecht

 

9 e 10 NOV. 2019, ore 21.00
TEATRI DI VITA
LA MASCHIA di Claire Dowie

 

dal 19 al 24 NOV. 2019, ore 20.00
TEATRO DEL LEMMING
NEKYIA Viaggio per mare di notte

INFERNO PURGATORIO PARADISO

 

30 NOV. 2019, ore 21.00
IL MUTAMENTO ZONA CASTALIA
PASSI STRACCIATI di Erri de Luca

 

7 DIC. 2019, ore 21.00
FARMACIA ZOO:E'
SARAJEVO, MON AMOUR primo studio

 

20 DIC. 2019, ore 21.00
FABIO LIBERTI / EMANUELE ROSA
AS IF, I HAVE MISSED MYSELF primo studio

 

21 DIC. 2019, ore 18.00
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
IN CALMISSIMA LUCE Ed. Il Ponte del Sale


LABORATORI
i cinque sensi dell'attore

LABORATORIO PER LA CITTA' > tutti i lunedì a partire dal 4 novembre

CORSO DI FORMAZIONE PER ATTORI > ottobre 2019 / febbraio 2020


BIGLIETTO > € 10,00
EDIPO e NEKYIA > € 20,00
RESTITUZIONI DELLE RESIDENZE > ingresso gratuito

Per info e prenotazioni > 0425.070643


INFORMAZIONI

TEATRO DEL LEMMING
Centro internazionale di produzione e ricerca - il teatro dello spettatore
TEATRO STUDIO, Viale Oroboni 14 - Rovigo
tel. 0425.070643
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

sabato 21 DICEMBRE 2019, ore 18.00 | TEATRO STUDIO
presentazione del libro

IN CALMISSIMA LUCE
con Giorgio Mazzon nel Delta del Po

a cura di Marco Munaro
edizioni Il Ponte del Sale

> ingresso gratuito

Giorgio Mazzon, uno degli ultimi maestri della millenaria bottega veneta (pittore, scultore, decoratore, scenografo, fotografo), ha affidato all’associazione Il Ponte del Sale una serie di immagini fotografiche dei luoghi del Delta del Po, particolarmente intense e struggenti.
Le 36 immagini donate agli amici sono state raccolte in un volume insieme a testimonianze poetiche e letterarie, prova tangibile di un dialogo vitale tra le arti.
Il volume, stampato in quadricromia su pregiata carta cotone, è un vero e proprio libro d’Arte e fa parte della collana L’Arca del Polesine che si propone di custodire i tesori della nostra tradizione, in lingua e in dialetto, per offrirli alle nuove generazioni in tutta la loro freschezza  e forza.

Marco Munaro presenterà il volume alla presenza dei poeti e degli scrittori coinvolti, le  letture saranno affidate alla voce recitante degli autori.
Al termine, saremo lieti di offrire un brindisi a tutti coloro che vorranno partecipare alla celebrazione di un artista che come pochi ha saputo interpretare lo spirito della nostra terra.

“Alla luce piace aprirsi non filtrare. / Ma inutile maestra fu agli umani”

in collaborazione con Il Ponte del Sale

 

venerdì 20 DICEMBRE 2019, ore 21.00 | TEATRO STUDIO
FABIO LIBERTI / EMANUELE ROSA (IT/DK)

AS IF, I HAVE MISSED MYSELF
primo studio

di e con Fabio Liberti e Emanuele Rosa
drammaturgia Sara Zivkovic | assistente alla coreografi a Jernej Bizjak
musica Per-Henrik Mäenpaää
co-produzione Bora Bora Dance Center (DK)
Progetto realizzato con il sostegno di Danish Arts Foundation (DK), Performing Arts Platform
all‘interno del progetto Connection Platform (DK),
Teatro del Lemming, Rovigo, In Metamorfosi. Residenze per la ricerca teatrale 2019

> ingresso gratuito

As if, I’ve missed myself, di cui Fabio Liberti è autore, interprete e coreografo assieme ad Emanuele Rosa ruota attorno al tema della perdita di contatto tra il proprio corpo e i propri pensieri, indagando attraverso un linguaggio corporeo ciò che lo psicologo Ludovic Dugas
definisce depersonalizzazione.
La pressione sociale nel dover possedere un‘identità precisa e unica, con una personalità chiara e razionale porta molte persone a sentirsi inadeguate, separate e alienate dal  mondo. Quando le contraddizioni emergono sempre più accentuate, l‘individuo si ritrova in un grave disagio. L‘io si stacca dentro sé stesso e l‘individuo si strappa a metà. Proprio perché i pensieri e gli atti sfuggono al sé e diventano sconosciuti, le azioni sembrano vuote, prive di forza: si diventa spettatori esterni di sé stessi.

sabato 7 DICEMBRE, ore 21.00 | TEATRO STUDIO
FARMACIA ZOO:E' (VENEZIA)

SARAJEVO, MON AMOUR
primo studio

di Gianmarco Busetto
con Gianmarco Busetto e Carola Minincleri Colussi
musica Enrico Tavella
luci Marco Duse
Progetto realizzato con il sostegno di
Teatro del Lemming, Rovigo, In Metamorfosi. Residenze per la ricerca teatrale 2019
Estro Teatro, Trento

 

Sarajevo, mon amour è il primo studio dello spettacolo nato da una ricerca sui 1.425 giorni d‘assedio vissuti dalla città di Sarajevo tra il  1992 e il 1996 durante la Guerra dei Balcani. È proprio per narrare di questo pericoloso gioco dell‘odio, che Farmacia Zooè racconta una
storia d‘amore: quella tra Bosko Brkic e Admira Ismic, conosciuti come Giulietta e Romeo dei Balcani, fidanzati di etnie e provenienze geografiche differenti, uccisi da un cecchino e morti abbracciati sul ponte di Vrbanja, mentre cercavano di fuggire insieme da Sarajevo, per poter continuare ad amarsi e a vivere la loro vita.
Sarajevo, mon amour, è una serie di storie, quella di chi racconta, quella di chi è raccontato, quelle di chi osserva e ascolta, storie che si incontrano nella memoria sanguinosa di una  città dilaniata dall’odio, una città in cui due ragazzi in un futuro qualsiasi, combattono contro le granate, i cecchini, la sete, contro la storia che, in ogni conflitto, vorrebbe vittima chi non smette di amare.
È il secondo spettacolo della Seconda Persona Civile che, dopo 9841/Rukeli, insiste a dare del tu allo spettatore.

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Lemming

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