11 - 13 e 15 - 21 DIC. 2018 | CARICHI SOSPESI (PADOVA) | residenza artistica

21 DIC. 2018 | ORE 21.00 / TEATRO STUDIO
HEARTBREAKER / OTELLO. Secondo studio.

con Samantha Silvestri, Marco Tizianel
regia Marco Caldiron

Due uomini e una donna ci parlano di gelosia, tradimento, invidia... I ruoli però si mescolano, si confondono, cercando di seguire la linea sottile della passione, della tensione erotica che percorre tutto il dramma. Una tensione erotica trasversale che travolge Desdemona, Otello e Jago ma anche tutti gli altri personaggi, che si perderanno nella ricerca edonistica di un riscatto, di un piacere, in preda ad una sorta di cieca, deviata, eccitazione.

Carichi Sospesi nasce a Padova alla fine degli anni novanta con l'intento di promuovere laboratori di animazione teatrale nel disagio psichico e fisico, produrre spettacoli teatrali, sperimentare nuovi linguaggi e nuove tecniche.

 

Un piccolo video documentario realizzato dalla Fondazione Cariverona sulla nostra attività all'AB23 di Vicenza.

 

 

AB23 - La ricerca del Teatro del Lemming

Media

TEATRO NUCLEO (FERRARA) | FEBBRAIO 2017 > TEATRO STUDIO - ROVIGO
TENEBRA - exterminate all the brutes
Liberamente tratto da Cuore di Tenebra di J. Conrad
con Davide Della Chiara, Natasha Czertok, Lorenzo Magnani
regia Davide Della Chiara, Natasha Czertok

TENEBRA, della storica Compagnia nata nel '74 a Buenos Aires, mette a repentaglio il ben pensare e i falsi buonismi d'occidente, e mira a cancellare tutti i veli, i filtri e le sovrastrutture che ci siamo costruiti, riportandoci dentro noi stessi, mostrando quanto c'è di falso e violento dietro ogni tassello materiale delle nostre vite.

CONTRA GIGANTES, conferenza spettacolo
sulla storia del TEATRO NUCLEO a cura di Horacio Czertok


MIXED_ME PERFORMANCE GBR (Germania) | MARZO 2017 > TEATRO STUDIO - ROVIGO
MIXED_ME
Regia: Aurora Kellermann
Performance: Meme
Assistente alla regia, organizzazione: Chris Wohlrab
Musica da vivo, composizione, quadrifonia: Munsha

Una produzione di Aurora Kellermann in cooperazione con TATWERK | Performative Forschung

Un asterisco alla fine dei nomi. Una I alla fine di LGBT. Un terzo sesso, nessun sesso, uomo e donna allo stesso tempo, né uomo né donna.
Ogni epoca ha cercato le sue spiegazione per il fenomeno dell’ermafroditismo, oggi intersessualità. Spiegazioni che hanno generato e generano reazioni diverse, spesso legate a discriminazione e violenza.

Non potendo essere ascritte ad alcuna categoria, le persone intersessuali sono state costrette per lungo tempo all’invisibilità.

Dalla fine degli anni novanta, quando la voce delle persone intersessuali inizia a risuonare, la narrazione delle loro esperienze inizia ad influenzare la vita pubblica. mixed_me si accosta a queste narrazioni e cerca tra di esse un luogo per una riflessione oltre la dicotomia uomo-donna. mixed_me é un manifesto dell’ambiguità umana. E’ il racconto del processo di formazione di un’identità fra il desiderio di essere „normali“ e l’orgoglio di essere unici: una persona alla ricerca della sua posizione in un mondo che continuamente - come in un labirinto di specchi deformanti - le impone dei ruoli di cui lei non vuole o non può farsi carico.

Molteplici voci e rapporti di potere, fatti e posizioni vengono restituiti dal filtro di un unico corpo in un caleidoscopio performativo. Apriamo un laboratorio di fatti e possibilità e ci scontriamo continuamente con la domanda: quanti può essere una persona sola?

Danza, video e teatro si intrecciano in una rete complessa fatta di storia, mito, medicina, studi di genere, attivismo, poesia e quotidianità.


ILARIA DRAGO | APRILE 2017 > TEATRO STUDIO - ROVIGO / AB23 - VICENZA
ECUBA + TRANSHUMANCE

con Ilaria Drago
musiche originali di Gianluca Misiti
scritto e interpretato da Ilaria Drago

Ilaria Drago porterà in scena due azioni teatrali: “Transhumance | capitolo mare”, il primo episodio di un progetto che si sviluppa in capitoli di circa 20/30 minuti ciascuno prodotto dal Teatro Metastasio di Prato per Contemporanea Festival 2016, ed “Ecuba”, frammento scritto per il progetto “Metamorfosi” di Roberto Latini e divenuto una performance, insieme a Sirene, che vive di vita propria.

WORKSHOP> Essere così è una vera grazia

Giocare con la voce e sorprendersi a scoprirne le molteplici possibilità. Incontrare il corpo, attingere alle pratiche di danza sensibile per risvegliarne la vitalità e dare accesso a quell'archivio emozionale interiore, bacino del lavoro dell'attore.


AMANTIDI (VICENZA) | MAGGIO 2017 > AB23 - VICENZA


BOLOGNINICOSTA (ROMA) | SETTEMBRE 2017 > TEATRO STUDIO - ROVIGO
ROMEOeGIULIO

con Mauro de Maio, Andrea Zatti, Cesare d'Arco, Sofia Bolognini, Riccardo Averaimo, Aurora di Gioia, Gabriele Olivi, Nicole Petruzza
musica e direzione coro Dario Costa
drammaturgia e regia Sofia Bolognini

ROMEOeGIULIO è un terreno ostile in cui convivono intemperanza politica e ostinazione teatrale. E' un'architettura indecente, un ordigno scenico osceno, furibondo e compatto che prende una posizione netta all'interno del dibattito pubblico sull'omofobia. Uno scandaloso viaggio teatrale che indaga il bisogno di amare ed essere amati.
Funziona attraverso una satira spietata che disintegra autorità politiche e religiose e si scaglia contro la normale famiglia italiana. Elaborato su dati sociologici, politicamente agguerrito, teatralmente composto e deforme, ROMEOeGIULIO è un piano di disturbo alla buona coscienza nazionale

BOLOGNINICOSTA è un giovane gruppo romano la cui vocazione civile e onestà artistica vanno di pari passo nel tentativo sempre aperto di ridisegnare un'ipotesi di spettacolarità più autentica e meno grossolana, una forma di fruizione più consapevole e precisa, veramente umana.

Work in progress > RANCORERABBIA

L'impotenza generazionale, di una generazione sospinta o respinta in un nonluogo, la "zona morta" dell'orologio, il margine dove non esiste nessun passato e nessun futuro cui aggrapparsi. La storia di una Resistenza che non ha storia, che non viene legittimata in quanto storia, perché poco degna di nota. RANCORERABBIA è un viaggio in questa terra di mezzo, la metropoli popolata di animali metafisici che parlano per allegorie. È il tentativo di mettere insieme ipezzi per costruire una narrazione impossibile, è la lotta senza eroi che si combatte negli inferi, nella speranza di rievocare o resuscitare il fantasma – o lo zombie – della Rivoluzione.


nO (DANCE FIRST. THINK LATER) (GENOVA) | NOVEMBRE 2017 > TEATRO STUDIO - ROVIGO
CITTA' INFERNO

con Rachele Canella, Melania Genna, Elena Gigliotti, Carolina Leporatti, Dmi Licatà, Elisabetta Mazzullo, Daniela Vitale
regia e partiture fisiche Elena Gigliotti

All'interno di una prigione vivono le protagoniste di questa storia, liberamente ispirata al film Nella città, l'inferno di Renato Castellani. Assassine, fattucchiere, adultere e ladre seriali provenienti da tutta Italia e realmente esistite nelle pagine di cronaca nera dagli anni '40 ad oggi sono costrette ad occupare un ristrettissimo spazio vitale, una cella di 2m x 2m.

Il gruppo è originariamente formato da giovani attori diplomati presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova.


TEATR A PART (Polonia) | DICEMBRE 2017 > TEATRO STUDIO - ROVIGO
KLEPSYDRA / HOURGLASS
Prima nazionale PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
con Monica Wachow
regia Marcin Herich

Teatr A PART è uno dei gruppi di punta della nuova scena teatrale Polacca. Gli spettacoli del gruppo indagano, attraverso un linguaggio visuale e non verbale, l'istintualità umana, l'inconscio, le emozioni e i segreti dell'esistenza. Klepsidra/Hourglass è una sorta di manifesto della loro teatro. Lo spettacolo è un solo quasi non verbale, che unisce la poetica del teatro corporeo, emotivo e gestuale, con elementi di teatro-danza. Un rituale nel quale si possono scorgere riferimenti ai lavori di Milan Kundera e Krzysztof Kieslowski.

 

Enrico Pastore scrive sul suo blog a proposito di Amleto, andato in scena a Torino il 9 e il 10 febbraio 2018 alle Officine Caos.

"Chi è Amleto? Il principe di Danimarca diserta le scene e diviene platea, diviene moltitudine muta che osserva la scena. Impotente, silenzioso, privo per una volta di battute, questo Amleto del Teatro del Lemming diviene corpo politico.

Chi osserva, chi guarda non fa. Questo è l’assunto. E tutto questo si innesta in un gioco di specchi che rimanda dalla scena alla platea. La donna che regge lo specchio e sputa sull’immagine ivi riflessa, guarda verso di noi, ormai condannati a essere Amleto per decisione altrui, impossibilitati a ribellarci dalla posizione passiva che come pubblico abbiamo adottato, massa silenziosa che resta nel buio.

Siamo Amleto perché come lui ci troviamo in una parte che non abbiamo scelto né voluto, scissi tra accettazione e rinuncia.

Molto si è scritto e si potrebbe scrivere su Massimo Munaro e il Teatro del Lemming, ma una cosa è certa: è un teatro che non lascia mai indifferenti, che porta sempre a prendere una posizione. In questo capitolo della trilogia shakespeariana, diveniamo protagonisti senza nulla poter fare, nemmeno baloccarci con il dubbio di essere o non essere.

É la scena che ci dona sostanza, è l’agire di quelle immagini evanescenti, di luce caravaggesca, in perenne fluttuazione di registro, che ci permette di assumere un ruolo che altrimenti non terremmo ad assumere. Ma il Teatro del Lemming ci pone nello stesso tempo in un paradosso: siamo una parte, un personaggio, che non può parlare perché non ha la battuta, e non può agire perché non ha didascalia. Come un re degli scacchi i nostri movimenti sono limitati, e il gioco è svolto solo dagli altri pezzi.

E come il re degli scacchi siamo in perenne assedio, le immagini ci incalzano con un ritmo ossessivo prima, dilatato poi, spingendoci sempre più in una dimensione onirica che non può terminare che in un silenzio assordante. Siamo esistenze sospese tra l’alzata e la calata di un sipario, e poi è tutto buia notte e silenzio.

Come nella tragedia per il Principe di Danimarca il teatro diviene strumento di presa di coscienza del delitto, nel farsi doppio della realtà, così in questo caso si diviene coscienti della propria miserevole impotenza perché il teatro conferisce forma a una realtà che non vogliamo vedere. Continuamente provocati ad agire, a dire la nostra, a far parte della scena restiamo muti, nel buio, senza nulla fare perché non sappiamo cosa fare né quando né quali sono le regole e anziché inventarcene una, o agire senza il bisogno che ci siano, preferiamo restare zitti e fermi.

E allora chi è lo spettro del padre? E la madre prostituita? E Ofelia abbandonata e nell’acqua annegata? Tocca trovar nella nostra vita risposta ai quesiti che pone Massimo Munaro e il Teatro del Lemming. E tocca trovarla una risposta perché nella vita di ogni giorno ci proviene sempre più l’urgente e imperioso stimolo ad agire, a prendere posizione e sempre più distogliamo lo sguardo da quanto accade. Forse è ora di cominciare ad agire."

Qui il link all'articolo completo

12 MAG. 2018, ORE 21.00 / TEATRO STUDIO

CARICHI SOSPESI (PADOVA)
OTELLO. Primo studio

con Renzo Pagliaroto, Samantha Silvestri, Marco Tizianel
regia Marco Caldiron

Tutto il mio folle amore lo soffia il cielo.

Due uomini e una donna ci parlano di gelosia, tradimento, invidia... I ruoli però si mescolano, si confondono, cercando di seguire la linea sottile della passione, della tensione erotica che percorre tutto il dramma. Una tensione erotica trasversale che travolge Desdemona, Otello e Iago ma anche tutti gli altri personaggi, che si perderanno nella ricerca edonistica di un riscatto, di un piacere, in preda ad una sorta di cieca, deviata, eccitazione.

Carichi Sospesi nasce a Padova alla fine del 1998 con lintento di promuovere laboratori di animazione teatrale nel disagio psichico e fisico, produrre spettacoli teatrali, sperimentare nuovi linguaggi e nuove tecniche.

6 MAG. 2018, ORE 17.00 e ORE 18.00 / TEATRO STUDIO

TEATRO DEL LEMMING
L'ODISSEA DEI BAMBINI. Viaggio nel teatro per venti bambini di tutte le età

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA | massimo 20 spettatori> 0425 070643

con Chiara Elisa Rossini, Diana Ferrantini, Fiorella Tommasini, Alessio Papa
drammaturgia, musica e regia Massimo Munaro

Lo spettacolo è rivolto a venti bambini di tutte le età”: da una parte offre ai bambini la possibilità di vivere ed esperire in prima persona le avventure dell'eroe greco, dall'altra offre anche al pubblico adulto la possibilità di immergersi in un mondo onirico e fatato e di riabitare così, per una volta, il proprio bambino interiore, facendo pace, magari, con la propria infanzia.

13 e 14 APR. 2018, in matineé per le scuole | 15 APR. ORE 21.00 / TEATRO STUDIO

TEATRO DEL LEMMING
GIULIETTA e ROMEO. Lettere dal mondo liquido

con Chiara Elisa Rossini, Diana Ferrantini, Fiorella Tommasini,Katia Raguso, Alessandro Sanmartin, Alessio Papa
drammaturgia e regia Chiara Elisa Rossini e Massimo Munaro

Dove si colloca il mito di Giulietta e Romeo in questa società in cui, per citare Bauman, anche lamore ha perso la sua forza titanica, mitologica, ed è divenuto precario come tutte le cose del mondo? Chi sono Giulietta e Romeo per noi? Questi due giovani sono davvero così inevitabilmente lontani dalle nostre vite? C’è qualcosa o qualcuno per cui saremmo disposti a sacrificare tutto? Che cosa saremmo disposti a fare per vivere il nostro amore?

Il nostro spettacolo è formato da lettere, scritte ad un nostro amore, un ipotetico spettatore: brandelli di un tempo presente in cui la dimensione solida, quella del mito, non è ancora andata del tutto perduta e in cui si rintracciano storie di un desiderio contrastato, tracce di una violenza esplicita o nascosta, contrasti insanabili, ma anche la tenacia di un volere che non demorde.

17 MAR. 2018, ORE 21.00 / TEATRO STUDIO

QUI E ORA RESIDENZA TEATRALE (MILANO)
MY PLACE il corpo e la casa

con Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli
regia Silvia Gribaudi

vincitore prima edizione del Bando over 40

In scena tre corpi nudi - o meglio in biancheria intima - volutamente messi in evidenza: masse corporee vive e non censurate, vere, oneste e ben diverse da quelle che ancora oggi siamo abituati a vedere in mostra sui giornali, su internet, in televisione. Tre donne non più giovani ma non ancora vecchie, certamente non perfette. Ma belle. Perché autentiche. E disposte, in uno show surreale, ad offrirsi al pubblico per quello che sono, corpi senza casa né spazio, sfrattate dal proprio io, lanciate a inseguire, divorare e moltiplicare le proprie ombre. Con passo leggero e sguardo ironico e tragicomico sul femminile.

MY PLACE segna loccasione di mettere a confronto due poetiche diverse e affini. Due sguardi sul femminile. Si incontrano la ricerca di un movimento che nasce da corpi non convenzionali e la sperimentazione sulla drammaturgia autografa, lo sguardo ironico e lindagine sul contemporaneo. Le attrici autrici di Qui e Ora prestano corpo alle visioni di Silvia Gribaudi e offrono a loro volta alla coreografa e performer un immaginario contemporaneo con cui mettersi a confronto.

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