Massimo Munaro su Pantagruel parla del libro LA TETRALOGIA DEL LEMMING IL MITO E LO SPETTATORE con Katia Ippaso.

 

Qui l'intervista

Ecco il video del laboratorio teatrale per le classi prime della Scuola Secondaria di Primo Grado "Giovanni Bonifacio" di Rovigo realizzato tra aprile e giugno 2021.
Il progetto è stato curato dal Teatro del Lemming, ringraziamo i docenti e il personale scolastico

 

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Aderire è semplicissimo: basta firmare nel riquadro "Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale e delle fondazioni" e indicare il codice fiscale 93004620295 del Teatro del Lemming nell'apposito spazio. Passaparola! La cultura è un invito da estendere a tutti!

TEATRO STUDIO - ROVIGO
VISIONI di maggio
spettacoli | residenze teatrali



 

9 MAGGIO // ore 18.00 >
CADA DIE TEATRO
PESTICIDIO

 

16 MAGGIO // ore 18.00 >
QUI E ORA RESIDENZA TEATRALE
I WILL SURVIVE

 

23 MAGGIO // ore 18.00 >
CHILLE DE LA BALANZA
C'ERA UNA VOLTA IL MANICOMIO


 

30 MAGGIO // ore 18.00 >
TEATRO MAGRO
A MENADITO

 


 


BIGLIETTO > € 10,00
RIDOTTO UNDER 25 > € 3,00 (acquistabile solo in presenza presso il Teatro Studio)

Per info e prenotazioni > 0425.070643

PRENOTAZIONI >
LA PRENOTAZIONE A TUTTI GLI EVENTI E' OBBLIGATORIA
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BIGLIETTERIA >
ONLINE su liveticket.it o www.teatrodellemming.it
TEATRO STUDIO in presenza a partire da un'ora prima dell'inizio degli spettacoli

In considerazione dell’emergenza sanitaria in atto, gli spettacoli presenteranno CAPIENZE RIDOTTE per garantire la sicurezza individuale e collettiva. Vengono quindi privilegiati i canali di vendita online. A tutto il pubblico chiediamo di recarsi a teatro con largo anticipo in modo da agevolare i flussi in entrata. Vi chiediamo inoltre di rispettare le norme in vigore alla data degli eventi.

 


INFORMAZIONI

TEATRO DEL LEMMING
Centro internazionale di produzione e ricerca - il teatro dello spettatore
TEATRO STUDIO, Viale Oroboni 14 - Rovigo
tel. 0425.070643
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

Il Teatro Studio riapre le porte ad aprile con l'ospitalità di due progetti artistici del territorio regionale. Il decreto di inizio marzo faceva sperare in una riapertura dei teatri alla fine del mese ma ciò non è accaduto. È per noi però di fondamentale importanza tenere lo spazio aperto e vivo: abbiamo deciso così di utilizzare il mese di aprile per sostenere alcune realtà teatrali indipendenti del territorio regionale, che più risentono di questa chiusura forzata.

 

Focus Artisti del territorio | ROMINA ZANGIROLAMI > 9 - 16 aprile | restituzione 5 maggio 2021

Romina Zangirolami, danzatrice e coreografa di Rovigo, è ospite del Teatro Studio assieme a Davide Pedriali con il progetto "Il corpo, un luogo" una nuova idea produttiva che indaga e sublima, attraverso la danza, l'immobilismo innaturale e deleterio vissuto durante il periodo di lock-down. Il 5 maggio alle ore 18.00 presenta al pubblico una restituzione della residenza.

 

MARIA CHIARA PEDERZINI > 20 - 27 aprile | restituzione 27 aprile 2021

Maria Chiara Pederzini è un’attrice e regista padovana, finalista nel 2017 alla Biennale di Venezia per il concorso Registi Under 30, selezionata dal Teatro del Lemming attraverso il bando “In metamorfosi. Nuove drammaturgie”, un bando lanciato dal Lemming per valorizzare i giovani artisti veneti che lavorano su drammaturgie contemporanee intese come vere e proprie scritture sceniche. La regista padovana, durante la sua residenza artistica, lavora assieme ai suoi attori ad una drammaturgia inedita dal titolo "Libertà", in cui quattro figure umane portano in scena i turbamenti delle relazioni contemporanee, in un flusso di coscienza che dà voce a immaginari collettivi sommessi, indicibili. Il lavoro indaga il rapporto fra uomo e natura, sanguinoso, mai pacificato; la lacerazione del desiderio; il sesso come luogo di violenza e di vitalità inesprimibili; il senso di colpa legato al piacere. Il 27 aprile alle ore 18.00 presenta al pubblico un primo studio.

 

MOMEC > 26 luglio - 10 agosto | restituzione 11 agosto 2021

Il terzo tempo del rugby è un rito, un momento di festa che riunisce squadre e tifosi dopo ogni partita. Il Terzo Tempo di MOMEC è un incontro con le persone che vivono in noi, nella nostra memoria. Dopo il primo tempo del vivere e il secondo del dimenticare, arriva il terzo tempo del ricordare. Tramite la nostra memoria, infatti, possiamo entrare in contatto con amici, parenti, amori vecchi o nuovi, vivi o morti, vicini o lontani. Per farlo non è necessario trovarsi faccia a faccia, può bastare un foglio di carta.
Terzo Tempo di MOMEC è un piccolo spazio dedicato a un singolo partecipante alla volta: si visita soli, ma si può vivere insieme a chi si desidera. Il progetto di rsidenza di MOMEC ruota attorno alla possibilità di costruire un'esperienza significativa per il singolo partecipante a partire dalla raccolta e dalla stratificazione di memorie che possono diventare condivise. MOMEC è un collettivo di persone unite dalla volontà di riattivare la capacità di ricordare. Nato da un’idea di Mario Previato, ex attore del Teatro del Lemming e copywriter, il gruppo ritorna a lavorare sul rapporto tra memoria singolare e collettività. La memoria è sempre uno spazio dedicato all’incontro, prima con la città (Guida alla Memoria, 2018), poi tra sconosciuti (Soggetti Comuni, 2019) e oggi con le persone della nostra vita, attraverso un Terzo Tempo che ci mette in contatto prima di tutto con noi stessi.

 

CANTIERE ARTAUD > in streaming dal 4 al 10 novembre / in TEATRO STUDIO dal 23 - 30 novembre | restituzione 30 novembre 2021

Cantiere Artaud è un collettivo di ricerca teatrale fondato ad Arezzo nel 2016 da Sara Bonci e Ciro Gallorano. Nel 2020 la compagnia è stata riconosciuta dalla Regione  Toscana come giovane formazione di prosa. Il nome dell’Associazione sottolinea la volontà di essere sempre pronti a nuove sperimentazioni e vuole essere un omaggio ad  Antonin Artaud, precursore di un teatro che tende a smuovere i nervi. Allo spettatore viene chiesto di lasciarsi condurre dentro un labirinto fatto di piccoli gesti e suoni  primordiali, silenzi e ombre. La residenza è dedicata ad un nuovo progetto produttivo ispirato alle opere di Igmar Bergman: Il volto di Karin prende il titolo dall’omonimo cortometraggio del regista svedese dedicato alla memoria della madre Karin Åkerblom, elegia iconografica al tempo che scorre e all’importanza di sedimentare la memoria, incarnata dalle fotografie. Nel documentario Bergman mette in sequenza una serie di  fotografie della madre dai 3 anni fino a pochi giorni prima della morte. In esso si avverte l’inafferrabilità del tempo, ma anche la capacità di creare attraverso la visione una dimensione altra, quella del ricordo, che permette di colmare momentaneamente un’assenza data dalla perdita creando una realtà virtuale.

 


 

 

Su La Rivista di Engramma una preziosa e attenta presentazione del libro "La Tetralogia del Lemming. Il mito e lo spettatore"di Massimo Munaro. 
 
"Tanto più forte risulta, dunque, alla lettura di questo libro, e senza alcuna, si badi, sottolineatura in tale direzione, la dichiarazione di una difficoltà o impossibilità che si inscrive nei “tempi normali”, nel senso di una drammaturgia che attende lo spettatore (nel senso individuale o cellulare del termine) e che può essere solo “prova” di azioni che attendono reazione. Certo ci sono gli stessi partecipanti (un “regista” che non guarda da fuori ma assume necessariamente il ruolo di chi sarà chiamato a partecipare) o le “cavie” dell’esperimento, compagni di lavoro e amici, ma le simulazioni della disponibilità e della difesa, fino al coinvolgimento o alla trance, non sono per definizione esperienze che possono essere simulate in vitro. E questo – senza alcuna retorica – ci attendiamo di riprovare."
 
Engramma
 

 

 

Archivio

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Caro spettatore,
siamo felici di annunciare l'uscita del libro di Massimo Munaro La Tetralogia del Lemming. Il mito e lo spettatore, Ed. Il Ponte del Sale.

Il libro raccoglie i testi e le testimonianze di quattro storici lavori del Teatro del Lemming: Edipo, Dioniso e Penteo, Amore e Psiche, Odisseo, più le due postfazioni alla Tetralogia, A Colono e L’Odissea dei Bambini.
Il racconto – anche attraverso le posizioni articolate della critica, le lettere di tanti spettatori e i diari di lavoro degli attori – disegna un’avventura teatrale e umana fra le più singolari degli ultimi decenni. Al centro di questi lavori c’è la potenza sempre attuale del mito e c’è lo spettatore che, nel suo diretto coinvolgimento sensoriale, assume qui, per la prima volta anche in senso drammaturgico, il ruolo di protagonista.
La Tetralogia si pone innanzitutto come interrogazione al teatro. Interroga la sua natura, la sua attualità, la sua funzione. E lo fa rimettendo in questione e ridefinendo in modo radicale i suoi elementi strutturali: l’attore, lo spettatore, lo spazio scenico, la drammaturgia – conservando una radicalità irriducibile, un punto di vista che abolisce ogni abitudine e che rifiuta ogni mediazione. Essa rappresenta, nella storia del Teatro del Lemming, un punto insieme di arrivo e di partenza, il manifesto di un credo teatrale, del tutto antitetico ad un mondo che invece continua a muoversi in direzione opposta.

 

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"Questo teatro è così importante, così necessario, così rivoluzionario che non sai se è parte di un’era passata che abbiamo perso e che rimpiangeremo o se è l’avanguardia, l’antagonista dell’era in cui stiamo entrando”.

Se vuoi acquistare il libro segui questo link oppure lo puoi trovare in tutte le librerie, anche online.
Puoi ascoltare le musiche composte da Massimo Munaro per gli spettacoli della Tetralogia su Spotify seguendo questo link.
 

L'archivio di interviste realizzate per IPSE DIXIT si arricchisce con i contributi di Luca Radelli di Teatro Invito, ospite in Teatro Studio con lo spettacolo Bartleby nell'aprile 2019 e con Massimiliano Donato del Centro Teatrale Umbro che ha portato in scena Amleto, l'archivio delle anime al Teatro Studio nel marzo 2019.

Qui il link all'elenco completo.

 

 

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