CENTRO INTERNAZIONALE DI PRODUZIONE E RICERCA
Il teatro dello spettatore

Accanto all'attività produttiva il Lemming ha sempre dedicato parte della propria attività alla realizzazione di Festival e Rassegne. In particolare con il Festiva Opera Prima (realizzato a cavallo fra gli anni novanta e i primi anni del decennio scorso) ha fortemente contribuito a far emergere una nuova generazione teatrale: i cosidetti teatri 90. Dopo la chiusura del Festival (a causa dell'annullamento dei finanziamenti), il gruppo ha proseguito la sua attività di ospitalità organizzando altri festival e rassegne come Punti di Fuga, Opera prima: il teatro dello spettatore, Una Stagione al Lemming, Be@lemming sia nello spazio che ha gestito per sette anni (Spazio Lemming), sia al Teatro Sociale di Rovigo, al Teatro Cotogni di Castelmassa e nel suo attuale spazio di lavoro. Infatti dal 2007 il Lemming gestisce, in comodato d'uso gratuito dal Comune di Rovigo, il TEATRO STUDIO: uno spazio teatrale di 250 posti.

Individuiamo nel triennio 2015/2017 il periodo necessario per provare a completare il percorso di trasformazione del Lemming da Compagnia di Produzione a Centro di Ricerca, almeno per quello che riguarda i parametri Ministeriali, perché nei fatti il lavoro che la Compagnia svolge da tempo, è in realtà propriamente già quello di un Centro teatrale dedicato alla ricerca teatrale.

Le attività che il Lemming intende realizzare nel prossimo triennio, saranno anche volte alla creazione di un nuovo modello di ospitalità, legato alla pratica delle residenze. Individuiamo infatti nella residenza artistica la forma corretta ed ideale per ospitare, programmare e documentare processi di lavoro nell'ambito della ricerca teatrale.
Per ricerca teatrale non intendiamo, evidentemente, un qualche sottogenere teatrale, ma il processo di lavoro che realizza una reale sperimentazione sulla drammaturgia, sull'attore, sullo spettatore e sullo spazio teatrale. In altre parole tutto quel teatro, non convenzionale, che persegue: l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale; la ridefinizione dello spazio scenico; la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore; un lavoro che implichi una originale e approfondita pedagogia sull'attore; un legame che unisca gli attori al progetto del gruppo; un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca; una relazione reale con il contesto in cui si trova a produrre e a replicare.

Crediamo fortemente che la costruzione di un Centro di Ricerca Teatrale in Veneto sia assolutamente necessaria per realizzare un riequilibrio dell'attuale sistema teatrale regionale che, a fronte del proliferare spontaneo di giovani gruppi che ha fatto parlare alcuni critici di una vera e propria rinascita teatrale, oggi è del tutto sbilanciato verso il teatro di Prosa e di intrattenimento.
Inoltre la caratteristica fondamentale del Centro è il carattere Internazionale del suo progetto, e svilupperà le sue attività attorno all'idea ed alla pratica del Teatro dello spettatore.

Oltre a Rovigo le attività del nostro Centro di Ricerca, si ramificheranno in questo triennio in particolare a Vicenza, dove abbiamo preso in gestione un nuovo spazio teatrale, l'AB23 in pieno Centro Storico (in Contrà Sant'Ambrogio 23), e a Berlino nel centro pulsante dell'Europa dove opera una delle nostre principali attrici: Chiara Elisa Rossini.
Siamo convinti infatti che solo una fertile ramificazione delle attività possa consentirci di realizzare un Centro teatrale davvero dedicato alla sperimentazione, con quella radicalità che da sempre caratterizza il nostro lavoro.

Oltre alle produzioni propriamente Lemming quest'anno produrremo la giovane Compagnia italo-berlinese Welcome Project, e ospiteremo le produzioni di un nostro collaboratore storico Thierry Parmentier.

NEKYIA - viaggio per mare di notte
parte I - INFERNO

con Alessio Papa, Diana Ferrantini, Chiara Elisa Rossini, Fiorella Tommasini, Mario Previato
musiche e regia Massimo Munaro

a Roberto Domeneghetti

 

Questo lavoro costituisce la prima parte di NEKYIA, che in greco significa viaggio per mare di notte o discesa agli inferi. Il ciclo suggerisce la possibilità di un ripensamento radicale dei tre regni che la nostra cultura occidentale designa come i regni dell’oltre-mondo: Inferno – Purgatorio – Paradiso rappresentano anche oggi, infatti, innanzi tutto un patrimonio comune e insostituibile del nostro universo simbolico. Il ciclo prevede il coinvolgimento diretto, drammaturgico e sensoriale di un gruppo limitato a 17 spettatori a replica. La prima parte di questo ciclo, INFERNO, può essere considerata anche come un’opera autonoma ed è per questo che viene proposta da sola e senza limitazione di spettatori.

 Da un punto di vista drammaturgico il lavoro su INFERNO deve intendersi come una libera e personale scrittura scenica che interroga attori e spettatori a partire dal loro stesso statuto e, persino, nella loro comune e inquieta condizione di cittadinanza.
Se da un punto di vista psichico l’Inferno, come è per il teatro, suggerisce uno sprofondamento dell’anima nel regno dei morti, del sogno e dell’inconscio - cioè in un luogo senza tempo - da un punto di vista etico esso ci riporta, invece, a domande basilari sul nostro tempo, sul regno del presente. A questo presente gli spettatori, qui, sono lasciati nella loro condizione quotidiana di muta impotenza.
Ma, d’altra parte, se, come cerchiamo di testimoniare con Inferno, la nostra società è davvero diventata una “società dello spettacolo”, invadendo qualunque espressione sociale, il compito del Teatro, a noi pare, è diventato quello di affermare per sé uno statuto non spettacolare, poiché questa è l’unica via onorevole, forse l’ultima possibile, per giustificare la propria esistenza.
Riportare così il teatro ad una dimensione rituale, da cui pure esso sgorga originariamente, significa affermare oggi la sua funzione e la sua necessità. Da questo punto di vista il teatro – da tempo – dovrebbe essere considerato non più luogo della finzione – che lasciamo volentieri all’infera spettacolarità diffusa – ma come luogo della rivelazione (Theatron, appunto), dovrebbe essere cioè in grado di costituirsi come regno dell’Anti-finzione.
In altre parole: o il Teatro è in grado di proporsi come momento di Verità per una comunità di attori e spettatori considerati nella loro singolarità personale – perché, come ha scritto Gabriel Marcel, “non vi è autentica profondità che quando può realmente effettuarsi una comunicazione umana e una tale comunicazione non può darsi in mezzo alla massa” – o il teatro non ha più alcuna ragione di esistere.

Il lavoro su INFERNO rappresenta la messa in gioco di questa questione, oggi, ineludibile. Il lavoro si costituisce come riflesso della nostra infera condizione quotidiana. E, come uno specchio crudele, questo riflesso si propone di provocare nello spettatore uno shock rivelatore e salutare.
Per gli spettatori si tratta così, nell’attraversamento completo di NEKYIA, di rimettere concretamente in gioco il proprio ruolo e la propria funzione: dalla solitaria passività iniziale (Inferno), alla trasformazione (Purgatorio) in attori di un gioco collettivo (Paradiso). La scommessa per noi oggi è infatti quella di ripensare il Teatro come luogo di un rito collettivo.

LO SPETTACOLO NON PREVEDE LIMITAZIONI DI SPETTATORI


Leggi un estratto della rassegna stampa

Progetti

 

IN METAMORFOSI - Residenze per la ricerca teatrale
Nel triennio 2018 - 2020, con il progetto IN METAMORFOSI - Residenze per la ricerca teatrale, l'attività del Teatro del Lemming è rivolta da una parte al sostegno della giovane creatività locale e regionale, dall’altra all'ospitalità in residenza di artisti della scena nazionale ed europea che lavorano, in particolare, attorno al coinvolgimento dello spettatore nell’evento scenico, secondo formule e metodi innovativi ed inediti. Il progetto Residenze per artisti nei territori  è sostenuto e promosso dal MIBAC - Direzione Generale Spettacolo e dalla Regione Veneto.

CONNESSIONI - Rete veneta per la ricerca teatrale
Nel 2016 il Teatro del Lemming (con Carichi Sospesi di Padova e Farmacia Zoo:è di Venezia a cui si è aggiunto da un anno l'Associazione Festival Opera Prima a Rovigo) ha dato vita al progetto CONNESSIONI, mettendo in rete degli spazi teatrali veneti a favore dell'ospitalità di artisti che operano in direzione della ricerca teatrale. La rete è prodotta, gestita e diretta dal Teatro del Lemming. Grazie al sostegno della Fondazione Cariverona, nell'ambito del Bando cultura 2019, il progetto intende rafforzare la rete estendendone il più possibile l'azione in nuovi territori. Il progetto prevede l'adesione di nuovi partners (Sette Soli di Bassano del Grappa (VI), EXP di Verona e Teatro Magro di Mantova) e la produzione di una rassegna di teatro di ricerca itinerante nei diversi spazi della rete, realizzata attraverso un processo di progettazione condivisa.

IPSE DIXIT #
Ipse Dixit è una raccolta di interviste, una rubrica che possa permettere al pubblico e agli addetti ai lavori di avere un piccolo approfondimento sugli ospiti e gli spettacoli che di volta in volta frequentano la nostra programmazione.

PER ASPERA AD ASTRA - Riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza
Per aspera ad astra, alla sua seconda edizione, è promosso da ACRI - Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio SPA, è sostenuto da undici fondazioni bancarie, fra cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, e vede coinvolto il Teatro del Lemming presso la Casa Circondariale di Rovigo. Il progetto individua nei corsi di formazione professionale lo strumento principale del progetto. Seguendo questi presupposti il Teatro del Lemming ha attivato un Corso di formazione professionale ai mestieri del teatro presso la Casa Circondariale di Rovigo tra fine settembre 2019 e fine marzo 2020. Il progetto rappresenta una sistematizzazione dell’attività portata sinora avanti dal Lemming all’interno del Carcere con laboratori teatrali annuali dal 2015.

ATTIVAMENTE - L'Odissea dei bambini. Percorso sensoriale nel teatro per l'infanzia
Grazie al progetto Attivamente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, siamo riusciti a realizzare "L'Odissea dei bambini" per le scuole dell'infanzia e primarie della provincia di Padova e Rovigo. Oltre allo spettacolo, un vero viaggio nel teatro mimesi di quello dell'eroe omerico, il progetto ha previsto incontri formativi per allievi e insegnanti ed un laboratorio teatrale conclusivo. Il progetto è stato attivo negli aa. ss. 2016/2017 - 2017/2018 - 2018/2019.

IN METAMORFOSI - da Compagnia a Centro per la ricerca teatrale
Il progetto vuole permettere al Teatro del Lemming di trasformarsi da Compagnia di Produzione a Centro di Ricerca in un periodo di cinque anni. La trasformazione in Centro rappresenta per il Teatro del Lemming un coerente sviluppo della traiettoria evolutiva del gruppo, che ha sempre avuto, oltre che la vocazione a produrre spettacoli, anche quella alla cura e all'ospitalità di realtà esterne. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo grazie al bando Culturalmente Impresa 2015.

be@home - SETTE RESIDENZE PER LA RICERCA TEATRALE
Il nuovo progetto di ospitalità del Lemming. Sette residenze artistiche al Teatro Studio di Rovigo, individuate attraverso un bando aperto a gruppi locali, nazionali ed internazionali, per supportare e documentare i processi di innovazione dei linguaggi scenici. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo grazie al bando CulturlMente - nuovi linguaggi d'arte 2014.

Il testimone che passa
Attraverso un processo triennale, il progetto mira a rafforzare la nostra struttura organizzativa e gestionale. Il progetto, vincitore del bando fUNDER35 2013, è sostenuto dalle Fondazioni bancarie che aderiscono al Fondo per l'impresa culturale giovanile.

Sogno dentro Sogno - progetto pedagogico/spettacolare
Sogno dentro Sogno è un opera in un atto e sette quadri composta da Massimo Munaro su un libretto di Martino Ferrari. La messa in scena dell'Opera è frutto di un progetto pedagogico che ha coinvolto oltre agli allievi attori i Conservatori di Rovigo e di Castelfranco. Il progetto pedagogico/spettacolare è stato selezionato e sostenuto dalla Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo nell'ambito del bando CulturalMente - nuovi linguaggi d'arte 2012.

 

 

 

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Spettacoli

 

Rivendichiamo un Teatro di Poesia che sappia comporre le sue rime con i corpi, i colori e gli strumenti del teatro. E il teatro è per noi uno spazio non-teologico in cui le sue diverse componenti, appunto, vanno a fondersi, a sottrarsi moltiplicandosi.

Massimo Munaro

In repertorio

ATTORNO A TROIA_TROIANE

Metamorfosi - Nel labirinto della memoria

Ante lucem

Metamorfosi - Di forme mutate

WS Tempest

Cantami Orfeo

Giulietta e Romeo. Lettere dal mondo liquido

Amleto

Antigone

Nekyia - viaggio per mare di notte

Inferno

La tetralogia
Edipo. Tragedia dei sensi per uno spettatore

Dioniso. Tragedia del Teatro

Amore e Psiche. Una favola per due spettatori

Odisseo. Viaggio nel Teatro

Due postfazioni alla tetralogia
L'odissea dei bambini

A colono. Rito augurale per spettatore solo

 

 

Qui il calendario dei prossimi spettacoli

 

Il gruppo

Mi rivolto: dunque siamo
Albert Camus, L'uomo in rivolta

La ricerca teatrale implica un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo.
Ogni attore è infatti implicato e responsabile del lavoro che contribuisce a realizzare in scena.

 

Per ricerca teatrale si intende quel teatro che persegue:

- l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale;
- la ridefinizione dello spazio scenico;
- la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore;
- una pedagogia originale sull'attore;
- un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo;
- un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca.

Spazio scenico

Per raggiungere da ogni lato la sensibilità dello spettatore,
preconizziamo uno spettacolo mobile
che anziché fare della scena e della sala due mondi chiusi,
diffonda i suoi bagliori visivi e sonori su tutta la massa del pubblico.

Antonin Artaud, Il teatro della crudeltà

 

Per ricerca teatrale si intende la proposta di un lavoro che realizza una reale sperimentazione sullo spazio scenico non più inteso come spazio meramente confinato agli attori e separato dal pubblico, ma come un luogo metamorfico e potentemente immersivo.
Produciamo e ospitiamo così processi di lavoro che ripensano e che provino a re-inventare lo spazio magico del teatro.

 

Per ricerca teatrale si intende quel teatro che persegue:

- l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale;
- la ridefinizione dello spazio scenico;
- la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore;
- una pedagogia originale sull'attore;
- un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo;
- un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca.

Il processo di lavoro

Ciò che è opposizione si concilia
e dalle cose differenti nasce l’armonia più bella
e tutto si genera per via di contrasto.

Eraclito, Dell’origine

 

Ricerca teatrale può dirsi possibile solo a partire dalla creazione di un processo, che a sua volta può darsi solo a partire dalla disponibilità di adeguati tempi di lavoro.

 

 

Per ricerca teatrale si intende quel teatro che persegue:

- l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale;
- la ridefinizione dello spazio scenico;
- la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore;
- una pedagogia originale sull'attore;
- un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo;
- un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca.

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