Il teatro dello spettatore
Il momento politico per eccellenza è quell'atto capace di trasformarci da spettatori in attori di un evento
Zygmunt Bauman, La società sotto assedio
Il teatro dello spettatore realizza un inedito approccio all'interno del teatro contemporaneo.
Esso si caratterizza:
1. per offrire agli spettatori esperienze intime e personali;
2. per fare incontrare le soggettività dei singoli spettatori con i modelli universali del mito;
3. per accogliere singoli o piccoli gruppi di spettatori e per instaurare con ciascuno di loro delle profonde relazioni emotive: implica perciò sempre una partecipazione attiva dello spettatore;
4. costruisce spazi che lo spettatore è invitato ad abitare e che sono totalmente immersivi;
5. rimette in gioco, così, oltre al corpo dell’attore anche il corpo dello spettatore: da cui la dimensione spesso fortemente sensoriale dell’esperienza – non solo vista ed udito, ma anche olfatto, gusto e tatto. Tutti i cinque sensi entrano in sinestesia a dar luogo ad una drammaturgia dei sensi;
6 consente agli spettatori di navigare attraverso un universo estetico e sensuale
Il teatro dello spettatore è perciò quel teatro che
1. si configura per lo spettatore come una esperienza profondamente emotiva;
2. esce dalla mera rappresentazione per divenire esperienza di un evento: io non assisto a qualcosa ma la vivo;
3. si rivolge non ad una massa anonima (il pubblico) ma a ciascun partecipante (lo spettatore);
4. ridefinisce perciò i ruoli attore/spettatore, stabilendo nella loro relazione diretta il fuoco dell’esperienza;
5. sgancia lo spettatore teatrale dal ruolo voyeuristico a cui l’aveva consegnato il teatro ottocentesco, tanto più che oggi essere spettatori passivi ed impotenti è divenuto paradigma della nostra stessa condizione di cittadini;
6. elude perciò la passività dello spettatore, rendendolo attore dell’evento: allo spettatore è spesso consegnato il ruolo del protagonista;
7. rende l’evento teatrale irripetibile, unico e personale per ogni partecipante;
8. costruisce dei piccoli riti: poiché propone il ritorno al significato rituale, sacro e di conoscenza che è anche il tratto fondativo dell’esperienza teatrale;
9. ritorna ad una pratica teatrale originaria che in grado di iniziare le persone a divenire cittadini del mondo;
10. pensa alla pratica dell’attore come ad un dono d’amore verso lo spettatore, con tutta la messa in gioco, il denudamento reciproco ed il rischio strutturale che questa offerta comporta;
11. ridefinisce lo spazio teatrale: lo spettacolo non è più davanti a me, ma esso mi circonda, mi sovrasta, mi abita, ed io lo vivo come un mondo dentro cui sono precipitato;
12. ridefinisce il tempo dell’esperienza: esso ha inizio per lo spettatore dal momento in cui si prenota per l’evento e si dilata dopo nella lunga inevitabile elaborazione che segue.