Nel segno di Dioniso
In continuità con L'EDIPO DEI MILLE, NEL SEGNO DI DIONISO si caratterizza come un progetto che è insieme una straordinaria occasione pedagogica e uno straordinario evento artistico, portando dei giovani allievi a realizzare lo spettacolo del Teatro del Lemming DIONISO E PENTEO – Tragedia del Teatro per 10 giorni consecutivi tra Venezia e Mestre.
DIONISO E PENTEO – Tragedia del Teatro è uno degli spettacoli-manifesto del Teatro del Lemming, seconda tappa della Tetralogia sul Mito e lo Spettatore, in cui gli spettatori vengono coinvolti drammaturgicamente e sensorialmente all'interno dell'evento scenico. Si tratta di un lavoro per sette spettatori per volta che ri-vivono sul loro corpo le tappe della relazione tragica, riportata nelle BACCANTI da Euripide, che lega Dioniso, per i Greci il dio del teatro, a Penteo, prototipo dello spettatore moderno.
Il teatro, sotto il segno di Dioniso, si configurava essenzialmente come una relazione fondata sulla reciprocità (“io ti vedo mentre tu mi vedi”), come rito collettivo il cui telos era quello di giungere ad una comunione-dispersione delle soggettività, a favore di una osmosi col divino, col tutto.
Questa relazione si dà invece come impossibilità ne “Le Baccanti” di Euripide. La relazione, infatti, è qui oppositiva, lo sguardo si fa distaccato, voyeuristico e ciò rende impossibile ogni reciprocità, ogni tensione ad una reale unione. Le tensioni si polarizzano senza dar luogo a nessuna congiunzione. Agave e Penteo sono madre e figlio. Accomunati dalla stessa hybris che infondo consiste nel non riconoscimento del proprio lato numinoso (Dioniso era un loro stretto consanguineo).
Fra l’isteria della menade Agave che giunge a non riconoscere il figlio e a sbranarlo, e il presunto bisogno di ordine razionale di Penteo che giunge a desiderare di vedere senza essere visto (prototipo dello spettatore moderno) quelle che per lui sono solo agognate sconcezze erotiche, c’è una uguaglianza di segni: entrambi sono strumenti inconsapevoli della vendetta del dio.
DIONISO e PENTEO non può essere così uno spettacolo compiutamente e felicemente dionisiaco, perché qui esso potrà manifestarsi soltanto come vendetta. Vendetta contro attori e spettatori, polarizzati in uno statuto che, per quanto potrà apparire abolito, verrà riaffermato proprio mentre sembrerà capovolgersi.
La distorsione relazionale - che qui porta al suo dissolvimento completo - nasce dal rifiuto di riconoscere l’altro in noi, dal rifiuto e dalla negazione dei nostri istinti e desideri profondi che tornano a sbranarci non appena rifiutiamo di riconoscerli come tali.
Teatro del Lemming
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