Nel 2019 e nel 2020 è proseguito il lavoro laboratoriale all'interno della Casa Circondariale di Rovigo. In questo periodo il Teatro del Lemming è stato coinvolto sia nel Progetto PER ASPERA AD ASTRA riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza sia nella prosecuzione del progetto finanziato con il bando Regione Veneto D.G.R. 1648/2016.

PER ASPERA AD ASTRA è promosso da ACRI e sostenuto da 11 Fondazioni di origine bancaria, ha l’obiettivo di tracciare un percorso che mette insieme le migliori esperienze di teatro in carcere presenti in diversi contesti territoriali, li fa dialogare e diffonde l’approccio anche a beneficio di altri contesti e operatori. Il progetto si è articolato in una serie di eventi formativi e di workshop realizzati all’interno degli istituti di pena localizzati nei territori di competenza delle Fondazioni partecipanti, rivolti a operatori artistici, operatori sociali e detenuti. Per quest’ultimi i corsi di formazione professionale rappresentano un ponte verso nuove opportunità lavorative.

Grazie al Decreto n. 133 del 23/11/2018 della Giunta della Regione Veneto siamo riusciti a proseguire anche con il laboratorio teatrale. L’attività è stata bruscamente interrotta dall’emergenza sanitaria ed è ripresa, con un numero inferiore di partecipanti a luglio ed agosto 2020.

Il breve video, realizzato alla ripresa del laboratorio dopo la sua brusca interruzione dovuta all'emergenza Covid-19, restituisce il senso dell'esperienza.

 

Il progetto IN METAMORFOSI prevede la realizzazione di due tipologie differenti di residenze: da una parte verranno ospitati in Teatro Studio i processi di lavoro di artisti e gruppi veneti, operanti nella sperimentazione dei linguaggi scenici; dall’altra parte verranno individuate giovani realtà nazionali ed europee la cui ricerca ruota attorno al ruolo dello spettatore all’interno dell’evento scenico.

Gli artisti selezionati per il 2020 sono:

Focus Artisti del territorio | FARMACIA ZOO:E' > 19 - 26 luglio | restituzione 10 settembre 2020
Farmacia Zoo:è è una compagnia indipendente nata nel dicembre 2006 a Mestre dall‘incontro tra Gianmarco Busetto e Carola Minincleri Colussi. Si occupa di teatro, poesia e performance e indaga la contemporaneità alla ricerca del valore essenziale degli individui e delle loro comunità, per trovare e condividere ispirazioni e percorsi “alternativi al vuoto”. Durante il periodo di residenza la Compagnia è impegnata con il nuovo progetto produttivo: Sarajevo, mon amour è una storia di resistenza che nasce da un viaggio compiuto da Gianmarco Busetto e Carola Minincleri Colussi nel 2018, una ricerca sui 1.425 giorni d‘assedio vissuti dalla città di Sarajevo tra il 1992 e il 1996 durante la Guerra dei Balcani, poi influenzata dall‘esperienza di assedio vissuto durante la pandemia. Per narrare di questo pericoloso gioco dell‘odio, qui si racconta una storia d‘amore: quella tra Boško Brkic e Admira  Ismic, conosciuti  come  “Giulietta  e  Romeo  dei  Balcani“, fidanzati di etnie e origini differenti, uccisi da un cecchino e morti abbracciati sul ponte di Vrbanja,  mentre cercavano di fuggire insieme da Sarajevo, per poter continuare ad amarsi e a vivere la loro vita. Sarajevo, mon amour, è una serie di storie, quella di chi racconta, quella di chi è raccontato, quelle di chi osserva e ascolta, storie che si incontrano  nella  memoria  sanguinosa  di  una città dilaniata dall’odio, una città in cui due ragazzi che potrebbero essere chiunque in un  futuro qualsiasi, combattono contro le granate, i cecchini, la sete, contro la storia che, in ogni conflitto, vorrebbe vittima chi non smette di amare. Lo spettacolo ha debuttato il 10 settembre all'interno della XVI edizione del Festival Opera Prima.

 

Focus Artisti del territorio | LIVELLO 4 > 26 luglio - 2 agosto | 28 settembre - 2 ottobre | restituzione 10 settembre 2020
Livello 4 è un collettivo teatrale fondato a Valdagno (Vicenza) nel 2010 da Alessandro Sanmartin, Giorgia e Riccardo Peruzzi, con lo scopo di contagiare attraverso le arti ed offrire alternative culturali nel territorio. Dal 2012 l‘associazione è attiva nell‘organizzazione di CRASHTEST TEATRO FESTIVAL.La residenza è dedicata alla costruzione della drammaturgia e allo sviluppo di Loop. Uno studio del lavoro è stato presengtato durante la XVI edizione del Festival Opera Prima.

 

Focus Artisti del territorio | MOMEC > 17 - 24 agosto | restituzione dal 7 al 13 settembre 2020
MOMEC è un collettivo di persone unite dalla volontà di riattivare la capacità di ricordare. Nato da un’idea di Mario Previato, ex attore del Teatro del Lemming e copywriter, il gruppo ritorna per il terzo anno a Opera Prima. Per MOMEC la memoria è sempre uno spazio dedicato all’incontro, prima con la città (Guida alla Memoria, 2018), poi tra sconosciuti (Soggetti Comuni, 2019) e oggi con le persone della nostra vita, attraverso un Terzo Tempo che ci mette in contatto prima di tutto con noi stessi. Il gruppo è al lavoro su TERZO TEMPO, nuovo progetto produttivo. Il terzo tempo del rugby è un rito, un momento di festa che riunisce squadre e tifosi dopo ogni partita. Il Terzo Tempo di MOMEC è un incontro con le persone che vivono in noi, nella nostra memoria. Dopo il primo tempo del vivere e il secondo del dimenticare, arriva il terzo tempo del ricordare. Tramite la nostra memoria, infatti, possiamo entrare in contatto con amici, parenti, amori vecchi o nuovi, vivi o morti, vicini o lontani. Per farlo non è necessario trovarsi faccia a faccia, può bastare un foglio di carta. Terzo Tempo di MOMEC è un piccolo spazio dedicato a un singolo partecipante alla volta: si visita soli, ma si può vivere insieme a chi si desidera.

 

WELCOME PROJECT - The foreigners theater > 24 - 31 agosto |
WELCOME PROJECT – THE FOREIGNER’S THEATRE è una formazione emergente al femminile nata a Berlino nel 2015. La prima produzione di Welcome Project è stata INTIME FREMDE. Lo spettacolo ha debuttato nel novembre 2015 presso Acker Stadt Palast di Berlino. Nel 2017 Intime Fremde è stato nominato tra i 10 migliori spettacoli dell'anno dalla rivista Krapp's Last Post e ha vinto il premio Crash Test 2017. La poetica in divenire della giovane compagnia nasce dalla convinzione che il Teatro è un luogo altro, governato da proprie regole e leggi, al suo interno siamo tutti stranieri alla ricerca di intimità e dignità. Il progetto di residenza è dedicato al nuovo progetto produttivo che si interroga sulla relazione tra l'essere umano e l'intilligenza artificiale.

 


 

 

(2020)

METAMORFOSI Di forme mutate

con  Diana Ferrantini, Alessio Papa, Marina Carluccio, Katia Raguso, Fiorella Tommasini

drammaturgia, musica e regia Massimo Munaro

Prima Rappresentazione: Rovigo, Teatro Studio  13 luglio 2020

Il teatro come Pharmakon

Dopo oltre due mesi di totale chiusura, lo spettacolo dal vivo non ha ancora alcuna indicazione, nemmeno all’avvio della cosiddetta “Fase 2”, rispetto a tempi e modalità di una sua possibile riapertura. Questo clima di totale incertezza è oltretutto acuito dalla totale marginalità che la questione teatrale ha assunto all’interno del dibattito pubblico. Questo non solo è grave per le centinaia di migliaia di lavoratori che non conoscono quale orizzonte futuro si configuri, ma lo è anche per lo svilimento di un’arte la cui funzione, da servizio pubblico sembra ridursi, almeno nell’opinione di molti media, a puro svago o intrattenimento.

In questi giorni si è più volte parlato di una Netflix della cultura, di trasferire cioè il teatro su piattaforme digitali. Ma per noi pensare di realizzare teatro on line è semplicemente impossibile: lo possiamo chiamare video, televisione, cinema ma non teatro. È importante ribadire, come già altri colleghi hanno fatto, che il teatro è tale solo nel momento in cui prevede la presenza viva e concreta di attori e spettatori in uno spazio condiviso. È infatti costitutivo e proprio al teatro pretendere la condivisione di un evento da parte di una comunità che si incontra. A teatro si è presenti con il proprio corpo e con i propri sensi. Si è presenti con i propri fantasmi, alle fratture del nostro tempo e si è costretti ad un faccia a faccia con l’evento. Se davvero la convivenza con quest’epidemia dovrà continuare ancora a lungo, invitiamo ciascuno di noi a pensare al teatro come a un pharmakon. In quest’epoca terribile che impone la distanziazione sociale la pretesa del teatro di essere incontro ravvicinato e relazione, oltre che come veleno può essere pensata come cura: il farmaco di cui abbiamo bisogno per restare umani. Perché accanto alla salute dei corpi è altrettanto importante prendersi cura dello spirito, della mente e delle anime.

Così se a partire dalle prossime settimane sarà possibile la riapertura delle attività sportive e di cura della persona, e si pensa di prevedere accessi contingentati all’interno di bar, ristoranti, musei, Chiese, pensiamo possa essere fatto altrettanto per lo spettacolo dal vivo. Ricordando che il teatro è fatto sia di un lavoro a porte chiuse (prove, laboratori, residenze) che di serate aperte al pubblico e che in molti luoghi di questo Paese i teatri rappresentano dei presidi culturali e civili a cui non è in alcun modo possibile rinunciare.

Crediamo poi che spetti agli artisti, nel rispetto della garanzia alla salute dei lavoratori e degli spettatori, trovare modi per cui sia possibile, nonostante tutte le limitazioni, essere fedeli alla natura propria del teatro che è quella appunto di costruire comunità, per quanto provvisorie, in cui l’Altro, lo sconosciuto, appaia non più come un pericolo ma come lo straniero di cui prendersi cura.

 

Teatro del Lemming
Rovigo, 28 aprile 2020

23 e 24 aprile 2020 > prenotazione obbligatoria | TEATRO STUDIO
TEATRO DEL LEMMING 

DIONISO E PENTEO
tragedia del teatro

con Alessio Papa, Boris Ventura, Diana Ferrantini, Katia Raguso, Fiorella Tommasini, Marina Carluccio, Silvia Massicci, Elena Fioretti
drammaturgia, musica e regia Massimo Munaro

Si tratta di uno degli spettacoli storici del Teatro del Lemming. Il lavoro prevede un diretto coinvolgimento drammaturgico e sensoriale di un gruppo di sette spettatori a replica, portati a ri-vivere sul proprio corpo le tappe della relazione tragica, così come riportata nelle baccanti  da Euripide, che lega Dioniso, per i Greci il dio del teatro, a Penteo, prototipo dello spettatore moderno.

C’è Artaud a ispirare la ricerca di Munaro e dei suoi sacerdoti-attori, e c’è il teatro greco. Da un lato il teatro della polis, rito collettivo e catartico, diritto-dovere della collettività e strumento di conoscenza del sacro; dall’altro il profeta della peste, dello scuotimento totale, dello spettacolo dove ci si gioca il tutto per tutto, come alla roulette russa.
L‘UNITA‘, Stefania Chinzari 20 luglio 1998

Qui siamo lungo una linea Artaud-Living di un teatro del corpo che vuole far gridare lo spettatore.
IL MANIFESTO, Gianni Manzella 21 luglio 1998

Il teatro è tatto, pelle, corpo, odore, sapore; sono dita e mani che s’intrecciano, carezze e abbracci. E’ erotico, certo, ma attrici e attori del Lemming, diretti da Massimo Munaro, si muovono con delicatezza, nei sentieri dei sensi. Noi spettatori con loro siamo il teatro. Il vero scandalo è la comunicazione: il guardarsi negli occhi sapendo che quello è un evento della tua vita come lo è del mito. Il teatro è l’ultima frontiera della comunicazione.
LA NUOVA VENEZIA, Roberto Lamantea 7 marzo 1999

> prenotazione obbligatoria | 0425.070643 | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

venerdì 17 APRILE 2020, ore 21.00 | TEATRO STUDIO
WELCOME PROJECT THE FOREIGNER'S THEATRE (IT/DE)

ANGST VOR DER ANGST

di e con Chiara Elisa Rossini
assistenza ed elaborazione video Aurora Kellermann
musiche originali Munsha
tecnica Silvia Massici
riprese video Marina Carluccio
co-produzione Teatro del Lemming

 

Le paure, spiriti irrazionali e divini, si impossessano di persone, paesi, città e persino intere nazioni quando queste perdono il contatto con il proprio materiale inconscio, quando ignorano i conflitti e gli emarginati. ANGST VOR DER ANGST nasce dal desiderio di indagare il legame tra le paure individuali e quelle collettive. Una sola persona in scena. Una drammaturgia non narrativa, ma poetica, fatta di giustapposizioni e frammenti, di parole dette e taciute. Un lavoro che intreccia sogni, fiabe delle cultura europea, ricordi e  filastrocche, poesie e modi di dire, saggi popolari e saggi accademici. Parole dritte e parole rovesce. Suoni e video. I telegiornali e le voci dei politici, le loro minacce, le promesse e gli scenari che sanno dipingere.

WELCOME PROJECT_the foreigner‘s Theatre è una formazione emergente al femminile nata nel 2015 da un‘idea di Chiara Elisa Rossini. Perché WELCOME PROJECT_the foreigner‘s Theatre? Il Teatro è un luogo altro, governato da proprie regole e leggi, al suo interno siamo tutti stranieri alla ricerca di intimità e dignità. La prima produzione di Welcome Project è stata INTIME FREMDE. Lo spettacolo ha debuttato nel novembre 2015 presso Acker Stadt Palast di Berlino. Intime Fremde è stato prodotto dal Teatro del Lemming in collaborazione con TATWERK I Performative Forschung.

domenica 5 APRILE 2020, ore 18.30 | TEATRO STUDIO
QUI E ORA RESIDENZA TEATRALE (BERGAMO)

I WILL SURVIVE


testo Francesca Albanese, Silvia Baldini, Laura Valli
con Francesca Albanese, Silvia Baldini, Laura Valli
regia Marta Dalla Via
supervisione drammaturgica Diego Dalla Via
luci Paolo Tizianel
con il supporto di Campo Teatrale

Nei videogiochi, fino a qualche decennio fa, avevi tre vite. Se sbagliavi, servivano altre monete. Oggi il bello dei videogame è che puoi giocare all’infinito, ma la vita, nella sua essenza, è rimasta quella degli anni ottanta: si muore una volta sola. Eppure, con le sue monetine nelle tasche, l’umanità resiste. Combatte, lotta, si dibatte, a volte si lascia vivere, altre viene travolta. E’ un’apocalisse mai catastrofica fino in fondo, un disastro continuo e patinato nonostante i soldi che mancano, i figli adolescenti, la casa che non c’è o costa troppo, il lavoro che consuma, il corpo che va a pezzi.
C’è differenza fra vivere e sopravvivere?

Qui e Ora Residenza Teatrale nasce nel 2007 sul territorio della Bergamasca con il progetto Être – Esperienze Teatrali di Residenza. È costituita da artisti provenienti da esperienze diverse ma accomunati da una stessa visione poetica. Qui e Ora è una compagnia di produzione, lavora su drammaturgia autografa e ama confrontarsi e collaborare con
altri artisti per dare vita alle proprie opere: artisti visivi, scrittori, danzatori, teatranti, in un meticciamento di linguaggi e visioni.

venerdì 20 MARZO 2020, ore 18.30 | TEATRO STUDIO
presentazione del libro

RUGGINE E ORO
di Marco Munaro

di e con Marco Munaro
voci teatrali e musiche a cura di Massimo Munaro

in collaborazione con Il Ponte del Sale

Ruggine e oro raccoglie versi scritti, tra il 2013 e il 2019, intorno a una prolungata fantasia su Rovigo e il Polesine e disposti infine e improvvisamente in un ciclo: quattro sezioni, o fasi, ciascuna costituita da sette testi, in modo da comporre un insieme di 28 poesie-giorni e un preludio. Ma questo ordine per dir così notturno contiene poi i mesi le stagioni e gli anni. Sotto, c’è l’andare verso il paese natale, attraversando il tempo, tornando, come in un «film», a casa (Tartaro); sopra, l’incombere minaccioso di una sciagura che viene dal cielo (canicola), e in mezzo il sentimento vivissimo della vita obliata: che è appunto Nulla se non il nome.
Le voci e i nomi in dialetto che erompono qua e là più o meno fitti sono in polesano, quasi sempre nella variante materna di Po.

Marco Munaro è nato a Castelmassa nel 1960. Ha pubblicato, tra l’altro: Cinque sassi, Vaso blu con narcisi, Ionio e altri mari, La bella scola, Da Rimbaud a Rimbaud, Il lampo della bocca, Nel corpo vivo dell‘aria, Il canto d’api, Berenice, L’arciere piumato, Avattu granaattiomena (Melagrana aperta, in finlandese) e Lily of the wellheads (Giglio delle risorgive, in inglese). Ha fondato Il Ponte del Sale - Associazione per la Poesia. Vive a Rovigo, dove insegna.

 

domenica 15 MARZO 2020, ore 18.30 | TEATRO STUDIO
CADA DIE TEATRO (CAGLIARI)

ARCIPELAGHI

dal romanzo di Maria Giacobbe
adattamento teatrale Alessandro Lay, Pierpaolo Piluddu
con Alessandro Mascia, Pierpaolo Piluddu
disegno luci, illuminotecnica Giovanni Schirru
suono Giampietro Guttuso
regia Alessandro Lay

Arcipelaghi, come già indica il titolo, racconta non una ma più vicende, non espone una verità ma, come fossero vere e proprie isole che man mano affiorano, porta a galla le diverse visioni di ognuno dei personaggi, fino a formare appunto un “arcipelago” di verità, in cui decidere cos’è giusto e cosa no resta un compito del lettore o, nel nostro caso, dello spettatore.

Cada Die Teatro nasce a Cagliari nel 1982. La compagnia, lavorando per un teatro che fosse il più vicino possibile alla realtà, ha individuato nella centralità dell’attore l’elemento principale della sua poetica teatrale. Ciò ha significato trattare temi forti e vicini al proprio vissuto con linguaggi semplici e comprensibili, nel tentativo di costruire un teatro che fosse popolare senza per questo smettere di ricercare nuove forme di comunicazione.

> lunedì 16 marzo in replica per i detenuti della Casa Circondariale di Rovigo

sabato 7 MARZO 2020, ore 21.00 | TEATRO STUDIO
INSTABILI VAGANTI (BOLOGNA)

made in ILVA
l'eremita contemporaneo

con Nicola Pianzola
musiche originali Riccardo Nanni
canti originali e voce dal vivo, regia e drammaturgia Anna Dora Dorno
sulle testimonianze degli operai dell'ILVA di Taranto

MADE IN ILVA è un assolo in cui l’attore interpreta un operaio, archetipo del lavoratore contemporaneo, che agisce ingabbiato in strutture metalliche compiendo azioni ripetitive e acrobatiche che lo portano all’alienazione. La drammaturgia intreccia testimonianze dei lavoratori dell’ILVA a frammenti poetici dell’opera di Luigi Di Ruscio e testi appositamente composti. Le musiche, i ritmi ossessivi, i canti originali, l’approccio fisico, po-etico e il forte impatto visivo, fanno dello spettacolo un’opera d’arte totale. MADE IN ILVA esprime una critica universale al processo di  brutalizzazione generato dal sistema di produzione contemporaneo.

Instabili Vaganti è un duo artistico formato da Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola e fondato a Bologna nel 2004, che opera a livello internazionale nella creazione di spettacolii e di progetti di alta formazione. La Compagnia ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali per la sua capacità di trattare temi di scottante attualità attraverso un linguaggio poetico di forte impatto emotivo, grazie all’universalità del linguaggio fisico dei performer e alla drammaturgia originale tradotta o creata direttamente in più lingue.
 

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