lemming
PUNTI DI FUGA 2005
teatro - poesia - cinema - musica
PUNTI DI FUGA 2004
teatro - poesia - cinema - musica
- Rovigo, giovedì 25 marzo 2004
- Spazio Lemming
- TEATRO VALDOCA
- NON splendore rock
- testi e voce Mariangela Gualtieri
- Rovigo, giovedì 15 aprile 2004
- Spazio Lemming
- LA METAMORFOSI
- Dannati
- Rovigo, giovedì 22 aprile 2004
- Spazio Lemming
- TEATRO DEL LEMMING
- L'inferno dei Ragazzi
- Rovigo, sabato 24 e domenica 25 aprile 2004
- Spazio Lemming
- TEATRO DEL LEMMING
- INFERNO - fino a diciasette
- Rovigo, giovedì 29 aprile 2004
- Teatro Studio
- SOCIETAS RAFFAELLO SANZIO
- Uovo di Bocca
- lettura drammatica
- MALEBOLGE: UNA FESTA
- Chiostro degli Olivetani - Rovigo, Domenica 6 giugno 2004
- Tredici all'infinito
- poeti/compositori/artisti teatrali e figurativi
- sui tredici canti (XVIII - XXX) delle Malebolge di Dante Alighieri
- in collaborazione con Conservatorio Venezze di ROvigo e Associazione per la poesia Il Ponte del Sale
- Opere figurative del Liceo artistico di Rovigo: Mirella Boso, Fernando Ferraresso, Laura Gioso, Lunia Marchetti e allievi
- Ensamble strumentale del Conservatorio di Rovigo
- Lettori di Dante Teatro del Lemming
PUNTI DI FUGA 2003 - INFERNI
LA BELLA SCOLA - Inferno canti VIII - XVII
PUNTI DI FUGA 2002 - TEATRO POESIA MUSICA
Polesine, Febbraio/Aprile 2002
IL TEATRO DELLO SPETTATORE
Può sembrare quasi una tautologia.
Perché il teatro è, o almeno dovrebbe essere, sempre “teatro dello spettatore”. Qualunque sia la sua forma, comunque si sia declinata nel corso del tempo, il teatro inscrive sempre lo spettatore all’interno del suo gioco.
Il teatro, ci insegnava Grotowski, è ciò che accade fra almeno un attore e uno spettatore. E ciò che accade, il teatro, è allo stesso tempo forma ed evento.
Se la rappresentazione è di fatto forma organizzata in grado di essere sempre ripetuta, l’evento, al contrario, è una manifestazione che ci accade in modo imprevedibile e unico. Ci possono essere infinite rappresentazioni, mai due eventi uguali.
Lo scopo di un attore è sempre stato quello di cercare che lo spettatore viva l’azione teatrale (la rappresentazione) come un accadere per lui (l’evento).
Questo fa in modo che lo spettatore non si collochi più nella distanza dello sguardo ma piuttosto nella comunione del vero assistere. E assistere è qualcosa di più… “Assistere significa partecipare. Essere spettatore è dunque un modo autentico di partecipare.” (Gadamer)
CHIAMO PERO’ TEATRO DELLO SPETTATORE
Solo quel teatro che ripensa e rimette continuamente in discussione il ruolo dello spettatore, che ne mina la passività, rendendo attiva la sua partecipazione: fosse anche solo perché lo costringe ad una reazione. Affida allo spettatore un ruolo drammaturgico, per quanto esso possa essere sottaciuto o eterodiretto.
È quel teatro che osa mettere in gioco insieme a quella dell’attore anche la corporeità dello spettatore, nella pienezza di tutti i suoi sensi: non solo la vista e l’udito, ma anche il tatto, il gusto, l’olfatto. In un gioco di totale apertura all'evento, questo teatro riesce a non perdere mai la sua natura di forma estetica organizzata, ridefinisce la sua spazialità, e alla frontalità della scena sostituisce l’immersione totale: l’evento non sta più davanti ma anche dietro, sopra, sotto allo spettatore, è tutto ciò che accade intorno a lui.
Il teatro dello spettatore mentre confonde incessantemente i ruoi dell'attore e dello spettatore, riesce a salvarne e affermarne la differenza, mette al suo centro la realzione diretta attore/spettatore: una relazione sempre drammaturgicamente giustificata la cui posta in gioco è l’autenticità, questa autenticità è garantita solo in quanto essa passa attraverso una maschera finzionale (cioè immaginativa) senza MAI scadere in una banale relazione interpersonale o letterale.
Si tratta quindi solo di quel teatro che sa donare allo spettatore quacosa in più di una presenza quotidiana al mondo ma che riesca a trasportarlo in un altrovo extra-ordinario in cui è in gioco lo svelamento di una Verità suprema. Il teatro dello spettatore deve quindi produrre sullo spettatore, al suo ritorno alla vita quotidiana, anche solo una qualche piccola trasformazione.
CHIAMO TEATRO DELLO SPETTATORE
solo quel teatro
che obbedisca a ciascuna di queste condizioni.
Questo teatro esiste.
Ed è di questo teatro OGGI che noi abbiamo bisogno
Massimo Munaro/Teatro del Lemming
Rovigo, 2 gennaio 2010
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CENTRO INTERNAZIONALE DI PRODUZIONE E RICERCA
Il teatro dello spettatore
Accanto all'attività produttiva il Lemming ha sempre dedicato parte della propria attività alla realizzazione di Festival e Rassegne. In particolare con il Festiva Opera Prima (realizzato a cavallo fra gli anni novanta e i primi anni del decennio scorso) ha fortemente contribuito a far emergere una nuova generazione teatrale: i cosidetti teatri 90. Dopo la chiusura del Festival (a causa dell'annullamento dei finanziamenti), il gruppo ha proseguito la sua attività di ospitalità organizzando altri festival e rassegne come Punti di Fuga, Opera prima: il teatro dello spettatore, Una Stagione al Lemming, Be@lemming sia nello spazio che ha gestito per sette anni (Spazio Lemming), sia al Teatro Sociale di Rovigo, al Teatro Cotogni di Castelmassa e nel suo attuale spazio di lavoro. Infatti dal 2007 il Lemming gestisce, in comodato d'uso gratuito dal Comune di Rovigo, il TEATRO STUDIO: uno spazio teatrale di 250 posti.
Individuiamo nel triennio 2015/2017 il periodo necessario per provare a completare il percorso di trasformazione del Lemming da Compagnia di Produzione a Centro di Ricerca, almeno per quello che riguarda i parametri Ministeriali, perché nei fatti il lavoro che la Compagnia svolge da tempo, è in realtà propriamente già quello di un Centro teatrale dedicato alla ricerca teatrale.
Le attività che il Lemming intende realizzare nel prossimo triennio, saranno anche volte alla creazione di un nuovo modello di ospitalità, legato alla pratica delle residenze. Individuiamo infatti nella residenza artistica la forma corretta ed ideale per ospitare, programmare e documentare processi di lavoro nell'ambito della ricerca teatrale.
Per ricerca teatrale non intendiamo, evidentemente, un qualche sottogenere teatrale, ma il processo di lavoro che realizza una reale sperimentazione sulla drammaturgia, sull'attore, sullo spettatore e sullo spazio teatrale. In altre parole tutto quel teatro, non convenzionale, che persegue: l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale; la ridefinizione dello spazio scenico; la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore; un lavoro che implichi una originale e approfondita pedagogia sull'attore; un legame che unisca gli attori al progetto del gruppo; un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca; una relazione reale con il contesto in cui si trova a produrre e a replicare.
Crediamo fortemente che la costruzione di un Centro di Ricerca Teatrale in Veneto sia assolutamente necessaria per realizzare un riequilibrio dell'attuale sistema teatrale regionale che, a fronte del proliferare spontaneo di giovani gruppi che ha fatto parlare alcuni critici di una vera e propria rinascita teatrale, oggi è del tutto sbilanciato verso il teatro di Prosa e di intrattenimento.
Inoltre la caratteristica fondamentale del Centro è il carattere Internazionale del suo progetto, e svilupperà le sue attività attorno all'idea ed alla pratica del Teatro dello spettatore.
Oltre a Rovigo le attività del nostro Centro di Ricerca, si ramificheranno in questo triennio in particolare a Vicenza, dove abbiamo preso in gestione un nuovo spazio teatrale, l'AB23 in pieno Centro Storico (in Contrà Sant'Ambrogio 23), e a Berlino nel centro pulsante dell'Europa dove opera una delle nostre principali attrici: Chiara Elisa Rossini.
Siamo convinti infatti che solo una fertile ramificazione delle attività possa consentirci di realizzare un Centro teatrale davvero dedicato alla sperimentazione, con quella radicalità che da sempre caratterizza il nostro lavoro.
Oltre alle produzioni propriamente Lemming quest'anno produrremo la giovane Compagnia italo-berlinese Welcome Project, e ospiteremo le produzioni di un nostro collaboratore storico Thierry Parmentier.
L'attore
Ciò che rimane quando tutto perisce è il volto delle cose così come sono.
Quando non c’è alcun luogo dove volgersi ri-volgiti al volto che ti sta dinanzi
guarda in faccia il mondo.
James Hillman, L’anima del mondo e il pensiero del cuore
Per ricerca teatrale si intende un lavoro che implica uno sguardo personale sull'arte dell'attore. Questo sguardo rifiuta la dimensione egoica e narcisista che riduce l'attore spesso ad un mero guitto che si pavoneggia per un’ora sulla scena e di cui poi non si sa più nulla (W.S.), quanto piuttosto si rivolge ad una pratica che fa dell'attore, anche in senso etimologico, una guida – colui che conduce lo spettatore in quell’altrove che costituisce da sempre lo spazio del teatro.
Per ricerca teatrale si intende quel teatro che persegue:
- l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale;
- la ridefinizione dello spazio scenico;
- la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore;
- una pedagogia originale sull'attore;
- un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo;
- un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca.
Drammaturgia
Il teatro non è un apparecchio per riprodurre la letteratura.
Il teatro possiede una propria, autonoma, realtà.
Tadeusz Kantor, Il teatro della morte
Per ricerca teatrale si intende non un sottogenere teatrale ma la proposta di un lavoro che realizza una reale sperimentazione sulla drammaturgia (intesa come scrittura scenica), e che perciò rivendichi l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale.
Produciamo e ospitiamo così processi di lavoro che ripensano la drammaturgia in favore di un'esplosione alchemica dei segni.
Per ricerca teatrale si intende quel teatro che persegue:
- l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale;
- la ridefinizione dello spazio scenico;
- la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore;
- una pedagogia originale sull'attore;
- un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo;
- un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca.
Il gruppo
Mi rivolto: dunque siamo
Albert Camus, L'uomo in rivolta
La ricerca teatrale implica un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo.
Ogni attore è infatti implicato e responsabile del lavoro che contribuisce a realizzare in scena.
Per ricerca teatrale si intende quel teatro che persegue:
- l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale;
- la ridefinizione dello spazio scenico;
- la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore;
- una pedagogia originale sull'attore;
- un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo;
- un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca.
Spazio scenico
Per raggiungere da ogni lato la sensibilità dello spettatore,
preconizziamo uno spettacolo mobile
che anziché fare della scena e della sala due mondi chiusi,
diffonda i suoi bagliori visivi e sonori su tutta la massa del pubblico.
Antonin Artaud, Il teatro della crudeltà
Per ricerca teatrale si intende la proposta di un lavoro che realizza una reale sperimentazione sullo spazio scenico non più inteso come spazio meramente confinato agli attori e separato dal pubblico, ma come un luogo metamorfico e potentemente immersivo.
Produciamo e ospitiamo così processi di lavoro che ripensano e che provino a re-inventare lo spazio magico del teatro.
Per ricerca teatrale si intende quel teatro che persegue:
- l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale;
- la ridefinizione dello spazio scenico;
- la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore;
- una pedagogia originale sull'attore;
- un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo;
- un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca.
Il processo di lavoro
Ciò che è opposizione si concilia
e dalle cose differenti nasce l’armonia più bella
e tutto si genera per via di contrasto.
Eraclito, Dell’origine
Ricerca teatrale può dirsi possibile solo a partire dalla creazione di un processo, che a sua volta può darsi solo a partire dalla disponibilità di adeguati tempi di lavoro.
Per ricerca teatrale si intende quel teatro che persegue:
- l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale;
- la ridefinizione dello spazio scenico;
- la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore;
- una pedagogia originale sull'attore;
- un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo;
- un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca.
L'attore
"Ciò che rimane quando tutto perisce è il volto delle cose così come sono.
Quando non c’è alcun luogo dove volgersi ri-volgiti al volto che ti sta dinanzi
guarda in faccia il mondo."
(James Hillman, L’anima del mondo e il pensiero del cuore)
Per ricerca teatrale si intende un lavoro che implica uno sguardo personale sull'arte dell'attore. Questo sguardo rifiuta la dimensione egoica e narcisista che riduce l'attore spesso ad un meroguitto che si pavoneggia per un’ora sulla scena e di cui poi non si sa più nulla (W.S.), quanto piuttosto si rivolge ad una pratica che fa dell'attore, anche in senso etimologico, una guida – colui che conduce lo spettatore in quell’altrove che costituisce da sempre lo spazio del teatro.
Per ricerca tetarale si intende quel teatro che persegue:
- l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale;
- la ridefinizione dello spazio scenico;
- la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore;
- una pedagogia originale sull'attore;
- un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo;
- un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca.
lo spettatore
Lo spettatore non si colloca nella distanza della coscienza estetica,
che apprezza solo l'arte della rappresentazione,
ma nella comunione del vero assistere
Hans-Georg Gadamer, Verità e Metodo
Per ricerca teatrale si intende un lavoro che conduce alla riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore. All'opposto di un visione unidimensionale pensata per la massa anonima del pubblico, in questi lavori viene favorita la percezione di ogni singolo spettatore partecipante, nella diversità e molteplicità dei punti di vista.
Per ricerca teatrale si intende quel teatro che persegue:
- l'autonomia del linguaggio scenico dal testo teatrale;
- la ridefinizione dello spazio scenico;
- la riformulazione della presenza e dello sguardo dello spettatore;
- una pedagogia originale sull'attore;
- un legame che unisce gli attori al progetto del gruppo;
- un processo e tempi di lavoro che consentano una reale ricerca.
Coordinamento Nazionale Residenze Artisti nei Territori
C.Re.S.Co. - Coordinamento delle realtà della scena contemporanea
Progetto CURA - Il progetto promuove le residenze teatrali realizzando una rete interregionale a favore degli artisti
AEN - Audience Europe Network è un movimento europeo, un gruppo di persone che vogliono imparare e condividere, che esaltano il valore delle idee. Una rete creata per capire di più il pubblico e i modi per farlo crescere, sotto ogni aspetto.
CONNESSIONI è un progetto che mette in rete alcuni spazi teatrali veneti a favore dell'ospitalità di artisti che operano in direzione della ricerca teatrale. E' stato ideato da Teatro del Lemming, Cariche Sospesi e Farmacia Zoo:E' e prodotto dal CENTRO INTERNAZIONALE DI PRODUZIONE E RICERCA Il Teatro dello Spettatore (qui la pagina facebook).
Il teatro dello spettatore
Il momento politico per eccellenza è quell'atto capace di trasformarci da spettatori in attori di un evento
Zygmunt Bauman, La società sotto assedio
Il teatro dello spettatore realizza un inedito approccio all'interno del teatro contemporaneo.
Esso si caratterizza:
1. per offrire agli spettatori esperienze intime e personali;
2. per fare incontrare le soggettività dei singoli spettatori con i modelli universali del mito;
3. per accogliere singoli o piccoli gruppi di spettatori e per instaurare con ciascuno di loro delle profonde relazioni emotive: implica perciò sempre una partecipazione attiva dello spettatore;
4. costruisce spazi che lo spettatore è invitato ad abitare e che sono totalmente immersivi;
5. rimette in gioco, così, oltre al corpo dell’attore anche il corpo dello spettatore: da cui la dimensione spesso fortemente sensoriale dell’esperienza – non solo vista ed udito, ma anche olfatto, gusto e tatto. Tutti i cinque sensi entrano in sinestesia a dar luogo ad una drammaturgia dei sensi;
6 consente agli spettatori di navigare attraverso un universo estetico e sensuale
Il teatro dello spettatore è perciò quel teatro che
1. si configura per lo spettatore come una esperienza profondamente emotiva;
2. esce dalla mera rappresentazione per divenire esperienza di un evento: io non assisto a qualcosa ma la vivo;
3. si rivolge non ad una massa anonima (il pubblico) ma a ciascun partecipante (lo spettatore);
4. ridefinisce perciò i ruoli attore/spettatore, stabilendo nella loro relazione diretta il fuoco dell’esperienza;
5. sgancia lo spettatore teatrale dal ruolo voyeuristico a cui l’aveva consegnato il teatro ottocentesco, tanto più che oggi essere spettatori passivi ed impotenti è divenuto paradigma della nostra stessa condizione di cittadini;
6. elude perciò la passività dello spettatore, rendendolo attore dell’evento: allo spettatore è spesso consegnato il ruolo del protagonista;
7. rende l’evento teatrale irripetibile, unico e personale per ogni partecipante;
8. costruisce dei piccoli riti: poiché propone il ritorno al significato rituale, sacro e di conoscenza che è anche il tratto fondativo dell’esperienza teatrale;
9. ritorna ad una pratica teatrale originaria che in grado di iniziare le persone a divenire cittadini del mondo;
10. pensa alla pratica dell’attore come ad un dono d’amore verso lo spettatore, con tutta la messa in gioco, il denudamento reciproco ed il rischio strutturale che questa offerta comporta;
11. ridefinisce lo spazio teatrale: lo spettacolo non è più davanti a me, ma esso mi circonda, mi sovrasta, mi abita, ed io lo vivo come un mondo dentro cui sono precipitato;
12. ridefinisce il tempo dell’esperienza: esso ha inizio per lo spettatore dal momento in cui si prenota per l’evento e si dilata dopo nella lunga inevitabile elaborazione che segue.
In continuità con L'EDIPO DEI MILLE, NEL SEGNO DI DIONISO si caratterizza come un progetto che è insieme una straordinaria occasione pedagogica e uno straordinario evento artistico, portando dei giovani allievi a realizzare lo spettacolo del Teatro del Lemming DIONISO E PENTEO – Tragedia del Teatro per 10 giorni consecutivi tra Venezia e Mestre.
DIONISO E PENTEO – Tragedia del Teatro è uno degli spettacoli-manifesto del Teatro del Lemming, seconda tappa della Tetralogia sul Mito e lo Spettatore, in cui gli spettatori vengono coinvolti drammaturgicamente e sensorialmente all'interno dell'evento scenico. Si tratta di un lavoro per sette spettatori per volta che ri-vivono sul loro corpo le tappe della relazione tragica, riportata nelle BACCANTI da Euripide, che lega Dioniso, per i Greci il dio del teatro, a Penteo, prototipo dello spettatore moderno.
Teatro Momo (Mestre) dal 10 al 14 maggio
Sala del Camino (Giudecca) dal 21 al 25 maggio
ORARI: 17.30 -18.10 - 19.30 - 20.10 - 20.45 - 21.15
LO SPETTACOLO PREVEDE L'ACCESSO DI 7 SPETTATORI A REPLICA. LA PRENOTAZIONE è OBBLIGATORIA!!!!
Info e prenotazioni:
cell. 327 3952110
mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Siamo felici di annunciare che
AMLETO del Teatro del Lemming
ha vinto il Premio come miglior spettacolo teatrale
al Sarajevo Winter Festival!!!!
We would like to inform you that the professional jury of the 29th International Festival Sarajevo Winter 2013 has awarded you with Sarajevo Winter's Silver Snowflake (Srebrena Pahuljica).
This award will be presented on the 8th of February 2014 in Sarajevo.
Prizes will be awarded at the opening ceremony of the jubilee XXX Festival "Sarajevo Winter " of 2014. under the motto "Peace Art Festival of Freedom" (PAFF) .
http://sarajevskazima.ba/?p=9962
visita anche edipodeimille.wordpress.com
guarda il nuovo video LEMMING SOGNO DENTRO SOGNO http://www.youtube.com/watch?v=0lwy-L4Y_nY
DONA il 5x1000 all'Associazione Teatro del Lemming!
Aderire è semplicissimo: basta firmare nel riquadro "Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale e delle fondazioni" e indicare il codice fiscale 93004620295 del Teatro del Lemming nell'apposito spazio. Passaparola! La cultura è un invito da estendere a tutti!
IL PAESAGGIO MANCANTE (1989)
interpreti Thierry Parmentier
Pia Russo, Fiorella Tommasini, Cristina Finato, Antonia Bertagnon, Patrizia Baratto, Giuliana Perin, Anna Coin, Angela Tosatto, Paola Nalin, Sofia Nicoli, Silvia Buson, Giorgia Baratella, Elena Chines, Anna Verza, Rosanna Lazzari, Michelina Di Gaetano, Sabrina Tommasini,
voce narrante Antonia Bertagnon
riprese e montaggio Roberto Domeneghetti, Martino Ferrari e Massimo Munaro
musiche e regìa Massimo Munaro
LA SCATOLA DI FRISCH (1992)
Con Antonia Bertagnon, Cristiano Cattin, Fedrica Bernardinello, Francesco Piva, Franco Cecchetto, Marco Farinella, Marzia Callegarin, Marcello Ferrari, Simonetta Rovere, Marco Farinella, Nadia Poletti, Nicola Quadrelli, Paola Buoso, Roberto Ragazzoni, Vilma Sigolo
Riprese Roberto Domeneghetti e Martino Ferrari
Montaggio Roberto Domeneghetti e Martino Ferrari
Musiche Massimo Munaro
Regìa Martino Ferrari
IL GALILEO DELLE API - A M. (1996)
Con Antonia Bertagnon, Luigi Marangoni, Fiorella Tommasini, Barbara Chinaglia, Simonetta Rovere, Marco Farinella, Nicola Poli e attori del Laboratorio del Teatro del Lemming
riprese Otello Galasso e Roberto Domeneghetti
montaggio Giorgio Sarti
aiuto regìa Roberto Domeneghetti
musica e regìa Massimo Munaro
INFERNO - Canti I - IX (2003)
Con Antonia Bertagnon, Luca Brinchi, Marco Cantori, Franco Cecchetto, Salvo Lo Presti, Elena Manfredi, Veronica Mulotti, Fiorella Tommasini, Roberta Zanardo
Musica e Regia Massimo Munaro
AMLETO (2010)
con Chiara Elisa Rossini, Diana Ferrantini, Fiorella Tommasini, Katia Raguso, Federica Festa, Mario Previato, Alessio Papa, Andrea Dellai, Boris Ventura, Giovanni Refosco e ZOE pesce
riprese Alessandro Gasperotto, Simone Pizzardo e Ludovico Guglielmo
musica e regia Massimo Munaro
WS TEMPEST (2016)
con Alessio Papa, Alessandro Sanmartin, Andrea Zanforlin, Boris Ventura, Diana Ferrantini, Maria Grazia Bardascino, Marina Carluccio, Katia Raguso
voce Alessandro Sanmartin e Massimo Munaro
musica Max Richter
riprese Anna Casazza, Chiara Elisa Rossini
su parole di William Shakespeare, Nadia Fusini, Massimo Munaro
montaggio e regia Massimo Munaro
Informazioni aggiuntive
- Data 2003
Il Teatro del Lemming si forma a Rovigo nel 1987 dall'incontro fra il regista e compositore Massimo Munaro e lo scenografo e regista Martino Ferrari. Nello stesso anno allestisce lo spettacolo Frammenti e in quello successivo Sogno dentro Sogno, vincitore per le migliori musiche di scena del Premio Totola a Verona (la giuria era presieduta dal regista Gianfranco De Bosio).
Questi spettacoli coniugano, all'interno di originali strutture narrative, gli aspetti puramente evocativi consoni al linguaggio teatrale. La parola ha perso centralità, non c'è un testo che preceda la messa in scena: il dato visivo, la presenza fondante della musica, l'uso dei corpi nello spazio scenico quasi a disegnare misteriosi geroglifici, tutto concorre a costituire un lavoro in cui i segni hanno già valore di significato.
Nel 1989 il gruppo realizza un'Opera Video, Il Paesaggio Mancante, che concorre al Festival internazionale di Video Teatro TTVV di Riccione.
Nel 1990 presenta La Città Chiusa, ispirato all'opera di Albert Camus, che vince a Verona il Premio Totola per lamigliore regia teatrale (la giuria era presieduta dal prof. Giuseppe Liotta docente di Storia del Teatro all'Università di Bologna).
Dopo una lunga attività laboratoriale realizza, tra il 1992 e il 1993, lo Studio d'Ambiente Una sola Moltitudine e lo spettacolo, rimasto incompiuto, Galileo. Nell'ottobre dello stesso anno, infatti, mentre sorvola in aereo, come giovane ricercatore dell'Università di Ferrara, un sito archeologico ad Isernia, muore il co-fondatore del gruppo Martino Ferrari. A lui sarà dedicato il Festival Opera Prima che dal giugno 1994 il Teatro del Lemming promuove a Rovigo. Il Festival si preoccupa per primo di segnalare con forza la nuova ondata generazionale che si è andata a formare in questi anni in seno al teatro italiano.
Nell'ambito del Festival il Teatro del Lemming presenta Cinque Sassi, dalla raccolta di poesie di Marco Munaro. Lo spettacolo è segnalato, come migliore spettacolo dell'anno, dal critico Franco Quadri al Premio Ubu 1994.
Nel 1995 il gruppo presenta FAUST, spettacolo itinerante proposto fra gli spazi urbani di una città. Nella stagione successiva viene realizzata una versione teatrale dello spettacolo proposta in numerose città italiane.
Del 1996 è Il Galileo delle Api proposto, fra l'altro, al Festival di Volterra. L'omonima Opera Video concorre al Premio Italia promosso al Festival TTVV di Riccione.Nel novembre dello stesso anno riceve, nell'ambito dei Premi Ubu ‘96, per l'attività del Festival Opera Prima, il Premio Giuseppe Bartolucci, dedicato alla memoria del noto critico. Del 1997 è EDIPO - Una Tragedia dei Sensi (che riceve sette segnalazioni al Premio Ubu 97) a cui segue DIONISO - Tragedia del Teatro (1998), AMORE E PSICHE - una favola per due spettatori (1999) e ODISSEO - Viaggio nel teatro (2000) e come post-fazione a questo progetto A COLONO - rito augurale per spettatore solo (2001) e L'ODISSEA DEI BAMBINI - Viaggio nel teatro per venti bambini di tutte le età (2003).
Con questi lavori si realizza per il Lemming una nuova fase che ha dato luogo ad una Tetralogia sul Mito e lo spettatore che proietta il gruppo verso una ricerca inedita ed entusiasmante caratterizzata dal coinvolgimento diretto, sensoriale e drammaturgico degli spettatori. Questi spettacoli sono ospitati dai più importanti Festival (Santarcangelo, Volterra, Polverigi, Drodesera, ecc.) e Teatri italiani (Teatro Valle e Quirino di Roma, Teatro dell'Arte di Milano, Gobetti di Torino, ecc.) ed europei (nel 2000 il Lemming è chiamato a rappresentare il teatro italiano alle giornate italo-francesi svoltesi a Marsiglia e promosse dall'ETI e dall'ONDA).
Nel 2001 esce sul gruppo, a cura di Franco Vazzoler, professore di letteratura teatrale italiana all'Università di Genova, e Marco Berisso, una monografia dal titolo TEATRO DEL LEMMING edita dalla Casa editrice Zona di Genova.
Dal 2002 gestisce a Rovigo un proprio spazio teatrale denominato Spazio Lemming.
In questi anni realizza anche una originale attività pedagogica sull'attore, estesa - attraverso la pratica dei laboratori - a tutto il territorio nazionale.
Nel gennaio 2003 scompare improvvisamente, dopo una breve e violenta malattia, Roberto Domeneghetti fra i protagonisti principali dell'attività del Lemming di questi anni. A lui è dedicata l'ultima produzione del gruppo, dopo una gestazione durata quattro anni, NEKYIA viaggio per mare di notte - Inferno Pugatorio Paradiso, radicale reinvenzione della tre cantiche dantesche.
Parallelamente il gruppo realizza anche un nuovo dittico IL ROVESCIO E IL DIRITTO: A PORTE CHIUSE/IL SANGUE DEGLI ALTRI personale riscrittura del pensiero esistenzialista francese.
Con questi lavori si apre una nuova fase di ricerca per il Lemming, che da qui ripensa la relazione attori e spettatori non più a favore del singolo spettatore partecipante, ma in direzione di una, seppure ristretta, comunità.
L'esito di questa ricerca è ANTIGONE, un lavoro che non presenta limitazioni di spettatori ma che non rinuncia alla pratica di un coinvolgimento attivo degli spettatori, che debutta alla Biennale Teatro di Venezia nel marzo 2009.
Dal gennaio 2008 il Lemming lascia lo Spazio Lemming e prende in gestione dal Comune di Rovgio il Teatro Studio.
A settembre 2010 la compagnia debutta con AMLETO (anch'esso senza limitazione di spettatori) personale riscrittura della tragedia di Shakespeare incentrata sull'impotenza dell'individuo di fronte al marcio e alla corruzione del mondo. Dopo la partecipazione al GDANSK SHAKESPEARE FESTIVAL in Polonia nel luglio 2012, lo spettacolo vince il SILVER SNOWFLAKE come migliore spettacolo di teatro al SARAJEVO WINTER FESTIVAL del 2013.
Nel 2011 la Compagnia realizza il progetto L'EDIPO DEI MILLE, in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Una sfida garibaldina lanciata al sistema teatrale perchè a volte l'azione di pochi uomini è in grado di produrre, anche attraverso il teatro, grandi trasformazioni. L'Edipo dei Mille è un progetto pedagogico-spettacolare che porta degli allievi attori divisi in gruppi guidati ciascuno da un attore della Compagnia, a realizzare l'Edipo per uno spettatore in più spazi in contemporanea di una stessa città, arrivando a totalizzare 1000 repliche dello spettacolo per un totale di 1000 spettatori. Nello stesso anno il debutto di FRAMMENTI, un concerto scenico che raccoglie le parole e le musiche di un ventennio di lavori, per una volta isolate nel loro puro potere evocativo.
Il 2013 è l'anno di due nuove produzioni. GIULIETTA E ROMEO. LETTERE DAL MONDO LIQUIDO continua la ricerca attorno ai drammi Shakespeariani, secondo movimento di una futura trilogia. SOGNO DENTRO SOGNO è uno spettacolo che, per la prima volta nella storia del Lemming, coinvolge sette musicisti e quattro cantanti contrapponendoli a sette attori. Prende vita, così, un'Opera su un libretto scritto e composto da Massimo Munaro.
Nel 2016 il Teatro del Lemming debutta con WS TEMPEST, l'ultima parte della trilogia shakespereana. Il debutto avviene nella Basilica Palladiana di Vicenza ospitato da Festival Conversazioni del Teatro Olimpico di Vicenza.
Dal 2017 il Teatro del Lemming è impegnato in un lavoro di ricerca attorno a LE METAMORFOSI di Ovidio. Di questo ciclo di ricerca fa parte METAMORFOSI di forme mutate, un adattamento del lavoro realizzato durante l'emergenza sanitaria del 2020.